“I ruoli non sono più rigidi, prefissati, e a non
sentirli così sono proprio coloro che li incarnano. I genitori di oggi sono
soli, sentono così liquido il proprio ruolo che cercano conforto e conferma dai
figli, persino una legittimazione”. Queste sono le parole di Massimo Ammaniti, professore onorario alla
Sapienza di Roma e
psicoanalista dell’International Psychonalytical Association.
Riferendosi ad alcune vulnerabilità individuali dei ragazzi, derivate da situazioni
complesse nell’ambito famigliare. Famiglia che ha subito grossi cambiamenti
negli ultimi decenni, contrariamente alle famiglie patriarcali di un tempo, oggi
prevede uno o massimo due figli, con la conseguente trasformazione della sfera famigliare che si ripercuote durante la fase dell’adolescenza.
Questo si verifica perché i genitori, i quali tendono ad essere più amici che
famigliari, investono molto
sui propri figli e questo comporta una complicanza nel distacco.
Ammaniti ha quindi proseguito il suo pensiero:
“I
genitori devono mettere confini e punti fermi al figlio adolescente che vive
momenti di confusione. I genitori devono essere presenti, attendibili e
rappresentare un riferimento. Oggi c’è molto questa idea di essere amici dei
figli: si preferisce lasciare correre le cose invece di affrontare il
contrasto, il conflitto che nasce quando si mettono delle regole”, prosegue
Ammaniti.
La confusione dei ruoli all’interno del nucleo famigliare,
quindi, rischia di produrre veri e
propri disastri nella crescita dei figli evitando i naturali
contrasti con la famiglia.
Argomento caustico quanto importante per la
crescita dei nostri figli, un libro che vorrei consigliare a tal proposito è: L’autorità
perduta di Paolo Crepet.
Il coraggio che i figli ci chiedono. «Dire no è difficile, soprattutto
quando ci si deve mettere contro l'arreso senso comune di tanti genitori,
quando si intuisce che occorre affrontare battaglie campali, reazioni
isteriche, interminabili silenzi. Eppure fa tutto parte del magnifico mestiere
di educare».
Prefazione
Bambini maleducati, adolescenti senza regole, ragazzi ubriachi e indifferenti, giovani senza occupazione che, invece di prendere in mano la propria vita, vegetano senza studiare né lavorare. Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi.
Bambini maleducati, adolescenti senza regole, ragazzi ubriachi e indifferenti, giovani senza occupazione che, invece di prendere in mano la propria vita, vegetano senza studiare né lavorare. Genitori che si lamentano di una generazione arresa e senza passioni, che sembra aver perso anche la capacità di stupirsi.
Ma ad arrendersi per primi sono stati proprio i
genitori, che con la loro accondiscendenza hanno sottratto ai figli
l'essenziale, ossia il desiderio, salvaguardando un quotidiano quieto vivere
privo di emozioni e ambizioni dove rimbomba soltanto l'elenco delle lamentele
contro la società e la politica. Come se questo mondo non l'avessero creato
proprio loro. Un pamphlet severo ma anche pieno di speranza, con cui Crepet
ribadisce tenacemente che educare significa soprattutto preparare le nuove
generazioni alle difficili, ma anche stimolanti, sfide del futuro.
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