Presentato il settimo gruppo delle proposte degli “Amici della domenica “ per le candidature al Premio Strega 2019
Gli Amici potranno inviare le loro proposte entro le ore 12 di venerdì 7 marzo 2019, ecco la settima quartina:
«Fondato su minuziosi studi d’archivio e sostenuto da una verve
narrativa personalissima, il lavoro di Benedetta Cibrario ci mostra un
punto di vista non convenzionale sul Risorgimento: Anne Bacon, inglese
malinconica e operosa in un piccolo Piemonte aristocratico, è un
personaggio originale in grado di registrare e testimoniare, giorno dopo
giorno, ogni impulso di una straordinaria evoluzione storica nel cuore
stesso di un mondo arcaico i cui segreti non risultano tuttavia, per
nessun aspetto, meno preziosi.»
Benedetta Cibrario, scrittrice italiana, è nata a Firenze nel 1962.
Laureata in Storia e Critica cinematografica, durante gli anni
universitari collabora con il “Giornale dell’Arte” e con “L’Espresso”.
Dopo l’università si trasferisce più volte tra l’Italia e l’Inghilterra,
per motivi professionali. Esordisce nel 2007 con un romanzo pubblicato
da Feltrinelli, Rossovermiglio, che l’anno seguente si aggiudica il
Premio Campiello e viene pubblicato in diversi paesi europei. Nel 2009,
invece, esce Sotto i cieli noncuranti (Feltrinelli), premiato con il
Premio Rapallo Carige 2010. Negli anni successivi seguono il romanzo
breve Lo scarnuso (Feltrinelli, 2011) e Il rumore del mondo (Mondadori,
2018).
«Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che
sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente
molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta,
primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che “fanno
epoca”. Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi, e il nodo che
vi viene sciolto, nella scrittura soda e però anche fluida e lucente,
nei personaggi perfettamente definiti e però anche nella formidabile
trazione generata dalla loro dissolvenza l’uno nell’altro, è quello del
dolore: è energia vitale, il dolore, null’altro che energia vitale, e la
specie umana è concepita per trasmetterselo. Nelle sue pagine risieda
la risposta che solo la letteratura poteva dare allo stupore espresso da
Freud dinanzi all’incapacità della libido di separarsi dai suoi
oggetti, «uno di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali
si riconducono altre cose oscure». Il guaio non è soffrire, il guaio è
farlo nel modo sbagliato. La sofferenza in questo romanzo è come la
miseria in Céline: è liberatoria, viene voglia di viverla.»
Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981 e vive e lavora a Milano. Con il suo primo romanzo, Senza coda (Fanucci,2005), ha vinto il Premio Campiello Opera Prima.
Guanda ha pubblicato i romanzi Il buio addosso (2007), Bianco (2009) e Il senso dell'elefante (2012; premio Selezione Campiello 2012, premio Vigevano e premio Bergamo). Per Feltrineli ha pubblicato Atti osceni in luogo privato (2015; Premio Mondello 2015). Scrive per il «Corriere della Sera».
Guanda ha pubblicato i romanzi Il buio addosso (2007), Bianco (2009) e Il senso dell'elefante (2012; premio Selezione Campiello 2012, premio Vigevano e premio Bergamo). Per Feltrineli ha pubblicato Atti osceni in luogo privato (2015; Premio Mondello 2015). Scrive per il «Corriere della Sera».
«Un’epoca industriale tramontata fa da sfondo alle storie parallele
del romanzo che Gordiano Lupi ha scritto a quattro mani con Cristina de
Vita, Sogni e Altiforni, e che porta un sottotitolo significativo: Piombino-Trani senza ritorno.
Il romanzo in realtà si può considerare una storia unica che ha due
punti di vista, per molti aspetti tali da combaciare. Il doppio
racconto, intenso e coinvolgente nella sua dimensione elegiaca, è un
recupero del tempo passato con i suoi ricordi, con le sue promesse e con
i suoi sogni, con le sue attese e illusioni poi andate perdute ma con
una carica che, nonostante il bilancio negativo del presente, continua
ad alimentare le ragioni della vita. Nella consapevolezza che il passato
siamo noi e che è per noi vitale il vivere con i ricordi, non di
ricordi.»
«Il romanzo merita attenzione per tre aspetti del tutto insoliti
(oltre all’insolito percorso biografico e di lavoro dell’autrice, che è e
non è una straniera). Il primo aspetto è certamente il linguaggio.
Riflette in modo curioso (sorprendente ) una vita, in modo più efficace
di un sequenza di notizie. È un linguaggio lontano-vicino, familiare ed
estraneo, molto bello e senza alcuna preziosità o deliberata ricerca di
stile. Una seconda ragione è la storia, che appartiene, allo stesso
tempo, al genere “familiare” ma anche a una sequenza di avventure con
scarti sorprendenti rispetto all’attesa abilmente creata. Ovvero si
carica e si libera della memoria personale e familiare, spingendo
continuamente il lettore a rifare la mappa del mondo e del tempo che sta
percorrendo. Infine merita attenzione il talento espressivo (che non è
il linguaggio, ma la costruzione del racconto) che rende La Straniera non una raccolta di memorie, ma il punto in cui nasce (anche, ma non solo da ciò che è accaduto) una storia nuova.»
È scrittrice e traduttrice. Il suo romanzo d’esordio Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio, 2010) ha vinto il Premio Mondello Giovani. Ha pubblicato inoltre A Chloe, per le ragioni sbagliate (Marsilio, 2013), Cleopatra va in prigione (Minimum Fax, 2016) e La straniera
(La nave di Teseo, 2019). È stata Italian Fellow in Literature
all’American Academy a Roma. È tra i fondatori dell’Italian Festival of
Literature in London.
Nessun commento:
Posta un commento