di Pierangelo Colombo

martedì 12 marzo 2019

Premio Strega 2019 la settima quartina dei proposto

 Presentato il settimo gruppo delle proposte  degli “Amici della domenica “ per le candidature al Premio Strega 2019
Gli Amici potranno inviare le loro proposte entro le ore 12 di venerdì 7 marzo 2019, ecco la settima quartina:


Benedetta Cribario Il rumore del mondo -Mondadori Proposto da Giorgio Ficara

«Fondato su minuziosi studi d’archivio e sostenuto da una verve narrativa personalissima, il lavoro di Benedetta Cibrario ci mostra un punto di vista non convenzionale sul Risorgimento: Anne Bacon, inglese malinconica e operosa in un piccolo Piemonte aristocratico, è un personaggio originale in grado di registrare e testimoniare, giorno dopo giorno, ogni impulso di una straordinaria evoluzione storica nel cuore stesso di un mondo arcaico i cui segreti non risultano tuttavia, per nessun aspetto, meno preziosi.»

 Benedetta Cibrario, scrittrice italiana, è nata a Firenze nel 1962. Laureata in Storia e Critica cinematografica, durante gli anni universitari collabora con il “Giornale dell’Arte” e con “L’Espresso”. Dopo l’università si trasferisce più volte tra l’Italia e l’Inghilterra, per motivi professionali. Esordisce nel 2007 con un romanzo pubblicato da Feltrinelli, Rossovermiglio, che l’anno seguente si aggiudica il Premio Campiello e viene pubblicato in diversi paesi europei. Nel 2009, invece, esce Sotto i cieli noncuranti (Feltrinelli), premiato con il Premio Rapallo Carige 2010. Negli anni successivi seguono il romanzo breve Lo scarnuso (Feltrinelli, 2011) e Il rumore del mondo (Mondadori, 2018).


Marco Missiroli Fedeltà -Einaudi Proposto da Sandro Veronesi

«Ci sono romanzi che sembrano provenire dal futuro. Romanzi che sembrano ritornare a noi, qui e oggi, da un tempo nel quale finalmente molti problemi sono stati risolti, cioè ricondotti alla propria perduta, primordiale naturalezza. Di questi romanzi si usa dire che “fanno epoca”. Fedeltà di Marco Missiroli è uno di essi, e il nodo che vi viene sciolto, nella scrittura soda e però anche fluida e lucente, nei personaggi perfettamente definiti e però anche nella formidabile trazione generata dalla loro dissolvenza l’uno nell’altro, è quello del dolore: è energia vitale, il dolore, null’altro che energia vitale, e la specie umana è concepita per trasmetterselo. Nelle sue pagine risieda la risposta che solo la letteratura poteva dare allo stupore espresso da Freud dinanzi all’incapacità della libido di separarsi dai suoi oggetti, «uno di quei fenomeni che non si possono spiegare ma ai quali si riconducono altre cose oscure». Il guaio non è soffrire, il guaio è farlo nel modo sbagliato. La sofferenza in questo romanzo è come la miseria in Céline: è liberatoria, viene voglia di viverla.»
Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981 e vive e lavora a Milano. Con il suo primo romanzo, Senza coda (Fanucci,2005), ha vinto il Premio Campiello Opera Prima.
Guanda ha pubblicato i romanzi Il buio addosso (2007), Bianco (2009) e Il senso dell'elefante (2012; premio Selezione Campiello 2012, premio Vigevano e premio Bergamo). Per Feltrineli ha pubblicato Atti osceni in luogo privato (2015; Premio Mondello 2015). Scrive per il «Corriere della Sera».

 

Gordiano Lupi, Cristina de Vita Sogni e altiforni. Piombino -Trani senza ritorno -Acar Edizioni Proposto da Paolo Ruffilli

«Un’epoca industriale tramontata fa da sfondo alle storie parallele del romanzo che Gordiano Lupi ha scritto a quattro mani con Cristina de Vita, Sogni e Altiforni, e che porta un sottotitolo significativo: Piombino-Trani senza ritorno. Il romanzo in realtà si può considerare una storia unica che ha due punti di vista, per molti aspetti tali da combaciare. Il doppio racconto, intenso e coinvolgente nella sua dimensione elegiaca, è un recupero del tempo passato con i suoi ricordi, con le sue promesse e con i suoi sogni, con le sue attese e illusioni poi andate perdute ma con una carica che, nonostante il bilancio negativo del presente, continua ad alimentare le ragioni della vita. Nella consapevolezza che il passato siamo noi e che è per noi vitale il vivere con i ricordi, non di ricordi.»






Claudia Durastanti La straniera -La nave di Teseo Proposto da Furio Colombo

«Il romanzo merita attenzione per tre aspetti del tutto insoliti (oltre all’insolito percorso biografico e di lavoro dell’autrice, che è e non è una straniera). Il primo aspetto è certamente il linguaggio. Riflette in modo curioso (sorprendente ) una vita, in modo più efficace di un sequenza di notizie. È un linguaggio lontano-vicino, familiare ed estraneo, molto bello e senza alcuna preziosità o deliberata ricerca di stile. Una seconda ragione è la storia, che appartiene, allo stesso tempo, al genere “familiare” ma anche a una sequenza di avventure con scarti sorprendenti rispetto all’attesa abilmente creata. Ovvero si carica e si libera della memoria personale e familiare, spingendo continuamente il lettore a rifare la mappa del mondo e del tempo che sta percorrendo. Infine merita attenzione il talento espressivo (che non è il linguaggio, ma la costruzione del racconto) che rende La Straniera non una raccolta di memorie, ma il punto in cui nasce (anche, ma non solo da ciò che è accaduto) una storia nuova.»

È scrittrice e traduttrice. Il suo romanzo d’esordio Un giorno verrò a lanciare sassi alla tua finestra (Marsilio, 2010) ha vinto il Premio Mondello Giovani. Ha pubblicato inoltre A Chloe, per le ragioni sbagliate (Marsilio, 2013), Cleopatra va in prigione (Minimum Fax, 2016) e La straniera (La nave di Teseo, 2019). È stata Italian Fellow in Literature all’American Academy a Roma. È tra i fondatori dell’Italian Festival of Literature in London. 

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