Aspettando l’assegnazione
del premio Campiello 2018, nella giornata del 26 luglio, la fondazione ha reso noto
l’attribuzione del Premio
Fondazione Il Campiello 2018 attribuito a Marta Morazzoni. La scrittrice milanese ritirerà
il riconoscimento alla carriera in occasione della finale della
56^ edizione del Premio Campiello, in programma sabato 15 settembre al Gran
Teatro La Fenice di Venezia.
Matteo Zoppas, Presidente della Fondazione Il
Campiello e di Confindustria Veneto, ha dichiarato: “Siamo onorati che Marta
Morazzoni abbia accettato questo nostro riconoscimento; il nostro vuole essere
un omaggio ad un’autrice che ha assunto un ruolo di rilievo nella letteratura
italiana degli ultimi decenni. Già vincitrice di due Premi Selezione Campiello
nel 1988 e nel 1992, nonché del Premio Campiello nel 1997, Marta Morazzoni si è
sempre contraddistinta per le caratteristiche originali di una scrittura
stilisticamente tesa, sorvegliata e introspettiva. Attraverso la consegna di
questo premio vogliamo ringraziarla simbolicamente per il suo grande e
apprezzato lavoro.”
Di seguito la motivazione con cui è stato assegnato il Premio:
Non è pervenuta faticosamente alla notorietà, come invece destino di molti, Marta Morazzoni: già la sua prima raccolta di racconti (“La ragazza col turbante”, 1986) ebbe un clamoroso successo di critica e di pubblico. La stessa sorte sperimentarono quasi tutti gli altri suoi libri, tra cui vanno ricordati almeno “L’invenzione della verità” (1988, premio Selezione Campiello), “Casa materna” (1992, premio Selezione Campiello), “Il caso Courrier” (1997, premio Campiello) e il recente “Il fuoco di Jeanne” (2014). Fin dall’inizio si è manifestata sorprendente una cifra peculiare di questa scrittrice, e cioè un’analisi psicologica dei personaggi drappeggiata attorno a vicende apparentemente secondarie, anche in illustri contesti storici, e destinate tuttavia a manifestarsi irrimediabili.
Come l’indecifrabile groviglio di nodi nel rovescio di un tappeto, quello che talvolta appare se per avventura qualcuno lo smuova, così il dipanarsi dei fatti quotidiani può scoprire l’inaspettata faccia di un’arcana simbologia. Sarebbe tuttavia limitativo attribuire alla narrativa della scrittrice il solo pregio di saper diagnosticare le insidie dell’apparenza, arte in cui invero eccelle, perché ad essa si accompagna una singolare spietatezza: quella di una tensione morale che non è disposta a fare sconti a nessuno dei personaggi, comuni o illustri, che popolano le sue pagine.
La sottile perfidia della narrativa controcorrente di Marta Morazzoni, contraddistinta dal pregio – che ai più potrebbe sembrare ormai anacronistico – di una sorvegliata ed ellittica sintassi, consiste dunque in una raffinata analisi psicologica che progredisce non già per scavo interiore bensì per accumulo di indizi apparentemente labili: che alla fine costituiscono, nel sistematico convergere delle vicende, la più inesorabile delle condanne.
Il Premio Fondazione Il Campiello viene assegnato dal 2010 dall’omonima fondazione ad una insigne personalità della cultura letteraria italiana contemporanea. Prima di Marta Morazzoni, hanno ricevuto il riconoscimento Rosetta Loy (2017), Ferdinando Camon (2016), Sebastiano Vassalli (2015), Claudio Magris (2014), Alberto Arbasino (2013), Dacia Maraini (2012), Andrea Camilleri (2011) e Carlo Fruttero (2010).
Marta Morazzoni è nata a Milano nel 1950. Ha insegnato lettere in una scuola superiore. Il suo primo libro, La ragazza col turbante (1986), ha avuto uno straordinario successo critico in Italia e all’estero, dove è stato tradotto in nove lingue. L’invenzione della verità è entrato nella selezione Campiello nel 1988, Casa materna nel 1992. Il caso Courrier ha vinto il premio Campiello nel 1997 nonché l’Independent Foreign Fiction Award nel 2001. Fra i suoi libri anche: L’estuario (1996), Una lezione di stile (2002), Un incontro inatteso per il consigliere Goethe (2005), La città del desiderio. Amsterdam (2006), La nota segreta (2010) e Il fuoco di Jeanne (2014). I suoi libri sono stati pubblicati da Longanesi, e ora da Guanda.
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