Proseguiamo il
viaggio dedicato ai finalisti della XXXII edizione del Premio Letterario
Chianti. Il secondo libro preso in esame è “Le assaggiatrici” di Rosella
Postorino edito da Feltrinelli; già vincitrice del Premio Campiello.
Rosa è
una donna berlinese, raffinata e sensibile, che viene chiamata per adempiere a
un incarico della massima segretezza; assaggiare ogni pasto di Hitler,
per verificare che le pietanze non siano avvelenate.
Il quartier generale
di Hitler è nascosto nella foresta, ogni mattina Rosa e altre nove donne
vengono prelevate dalle SS e portate nella Tana del Lupo. Il loro compito è assaggiare
ogni singolo boccone, sotto controllo delle SS.
Rosella Postorino racconta
questa storia
dal punto di vista di Rosa, che supera la paura iniziale dell’incarico nella
speranza di riabbracciare il marito Gregor, disperso al fronte. Dapprima
Rosa diffida di alcune sue compagne, molto diverse da lei per il modo di
pensare, ma con il passare delle settimane, la condivisione del ruolo fa
nascere tra le donne un grande spirito di
solidarietà.
Nonostante i sensi
di colpa nei confronti del marito disperso, Rosa, durante la sua permanenza a
Gross-Partsch, intreccia una relazione con un ufficiale delle SS. Un
grande desiderio d’umanità scatenato proprio dal compito disumano che deve portare a termine.
La prima volta in
cui Rosa Sauer entra nella stanza in cui dovrà consumare i suoi prossimi pasti
è affamata. “Da anni avevamo fame e paura,” dice. Siamo nell’autunno del 1943,
a Gross-Partsch, un villaggio molto vicino alla Tana del Lupo, il nascondiglio
di Hitler. Ha ventisei anni, Rosa, ed è arrivata da Berlino una settimana
prima, ospite dei genitori di suo marito Gregor, che combatte sul fronte russo.
Le SS posano sotto ai suoi occhi un piatto squisito: “mangiate” dicono, e la
fame ha la meglio sulla paura, la paura stessa diventa fame. Dopo aver
terminato il pasto, però, lei e le altre assaggiatrici devono restare per
un’ora sotto osservazione in caserma, cavie di cui le ss studiano le reazioni
per accertarsi che il cibo da servire a Hitler non sia avvelenato.
Nell’ambiente chiuso di quella mensa forzata, sotto lo sguardo vigile dei loro
carcerieri, fra le dieci giovani donne si allacciano, con lo scorrere dei mesi,
alleanze, patti segreti e amicizie. Nel gruppo Rosa è subito la straniera, la
“berlinese”: è difficile ottenere benevolenza, tuttavia lei si sorprende a
cercarla, ad averne bisogno. Soprattutto con Elfriede, la ragazza più
misteriosa e ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del ’44, in
caserma arriva un nuovo comandante, Albert Ziegler. Severo e ingiusto, instaura
sin dal primo giorno un clima di terrore, eppure – mentre su tutti, come una
sorta di divinità che non compare mai, incombe il Führer – fra lui e Rosa si
crea un legame speciale, inaudito. Con una rara capacità di dare conto
dell’ambiguità dell’animo umano, Rosella Postorino, ispirandosi alla storia
vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf),
racconta la vicenda eccezionale di una donna in trappola, fragile di fronte
alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Proprio come
lei, i lettori si trovano in bilico sul crinale della collusione con il Male,
della colpa accidentale, protratta per l’istinto antieroico di sopravvivere. Di
sentirsi, nonostante tutto, ancora vivi.
Premi e Riconoscimenti
- 2018 - Libro dell'Anno - Gruppi di Lettura di Fahrenheit Radio 3
- 2018 - Premio Lucio Mastronardi Città di Vigevano - Vincitrice
- 2018 - Premio Campiello - Vincitrice
- 2018 - Premio Rapallo - Vincitrice
- 2018 - Pozzale Lugi Russo - Vincitrice Premio Pozzale Lugi Russo
- 2018 - Premio Letterario Manzoni Lecco - Finalista Premio Letterario Manzoni Lecco
- 2018 - Premio Alassio Un autore per l'Europa - Finalista Premio Alassio Un autore per l'Europa
- 2018 - Premio Letterario Lucio Mastronardi - Città di Vigevano - Finalista Premio Letterario Lucio Mastronardi - Città di Vigevano
- 2018 - Premio Minerva - Finalista Premio Minerva
Chi
è Postorino
Rosella
cresciuta a San Lorenzo al mare (IM) e vive a Roma. Ha esordito con
il racconto In una capsula (Ragazze che dovresti conoscere,
Einaudi Stile libero 2004), ha poi pubblicato alcuni racconti e un saggio di
critica letteraria, Malati di intelligenza (nell’antologia Duras mon
amour 3, Lindau 2003). Il suo primo romanzo, La stanza di sopra,
uscito a febbraio 2007 per Neri Pozza Bloom, è entrato nella rosa dei tredici
finalisti del Premio Strega e ha vinto il Premio Rapallo Carige Opera Prima e
il Premio Città di Santa Marinella. Collabora con le pagine romane del
quotidiano «la Repubblica» e scrive su «Rolling Stone». Ha pubblicato inoltre
L’estate che perdemmo Dio (Einaudi Stile Libero, 2009; Premio Benedetto
Croce e Premio speciale della giuria Cesare De Lollis) e Il corpo docile
(Einaudi Stile Libero, 2013; Premio Penne), la pièce teatrale Tu (non) sei
il tuo lavoro (in Working for Paradise, Bompiani, 2009), Il mare
in salita (Laterza, 2011) e Le assaggiatrici (Feltrinelli, 2018). È
fra gli autori di Undici per la Liguria (Einaudi, 2015).
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