Ida è
appena sbarcata a Messina, la sua città natale: la madre l’ha
richiamata in vista della ristrutturazione dell’appartamento di
famiglia, che vuole mettere in vendita. Circondata di nuovo dagli
oggetti di sempre, di fronte ai quali deve scegliere cosa tenere e cosa
buttare, è costretta a fare i conti con il trauma che l’ha segnata
quando era solo una ragazzina. Ventitre anni prima suo padre è
scomparso. Non è morto: semplicemente una mattina è andato via e non è
piú tornato. Sulla mancanza di quel padre si sono imperniati i silenzi
feroci con la madre, il senso di un’identità fondata sull’anomalia,
persino il rapporto con il marito, salvezza e naufragio insieme.
Specchiandosi nell’assenza del corpo paterno, Ida è diventata donna nel
dominio della paura e nel sospetto verso ogni forma di desiderio. Ma ora
che la casa d’infanzia la assedia con i suoi fantasmi, lei deve trovare
un modo per spezzare il sortilegio e far uscire il padre di scena.
Fra il tramonto e la cena, l’assenza di mio padre tornava a
visitarmi. Aprivo il balcone sperando che il temporale filtrasse dai
soffitti e squarciasse le crepe sul muro, supplicavo la tramontana di
trasformarsi in uragano e rovesciare in terra l’orologio e le sedie,
all’aria il letto, i cuscini, le lenzuola. Non vuoi sapere che sono
diventata grande, non ti interessa?, chiedevo, e nessuno rispondeva.
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