martedì 30 maggio 2023
QUARANTOTTO MINUTI AL SUONO DELLA SVEGLIA
mercoledì 24 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE
Non era mai corso buon sangue fra lui e Brennu, fin da ragazzini, ogni pretesto era buono per scatenare la rivalità. Il carattere non era la sola differenza fra di loro: mole imponente quella di Brennu, i cui muscoli, forgiati da faticosi allenamenti, ostentavano una forza impressionante. Alto e dal portamento fiero, incarnava l’immagine di Toutatis, dio della guerra. Fierezza che traspariva dallo sguardo arcigno. Al contrario, Hirpu, segaligno e di statura decisamente inferiore al resto dei compagni, pareva un ragazzino cui era stata preclusa la crescita. Tuttavia, il fisico asciutto e leggero gli permetteva una straordinaria rapidità. “Destrezza utile a fuggire” lo punzecchiava Brennu. In realtà, Hirpu faceva sfoggio della sua agilità con arrampicate fulminee su alberi e pareti rocciose, mettendo a frutto gli insegnamenti di Vindonno, suo padre, abile scalatore oltre che irriducibile guerriero.
martedì 23 maggio 2023
Hirpu, il cacciatore; la battaglia
HIRPU, IL CACCIATORE
La Battaglia:
Dalle testimonianze tramandati dai Latini sappiamo che i Liguri affrontavano il nemico in battaglia seminudi o nudi per mostrarsi il più possibile vicino allo stato animale selvaggio per incutere timore ai Romani molto meno robusti.
Si mostravano dipinti su tutto il corpo, portavano lunghe chiome impastate con argilla. Spesso tutto ciò che indossavano era dei calzari di cuoio, un cinturone e un collare di metallo ritorto, detto Torque che serviva loro per catalizzare l’energia nella testa.
Erano armati con lunghe lance, dette Bug, uno scudo bisogno, una spada scadente perché forgiata con metalli dolci e molto raramente, con arco e frecce che venivano considerate disonorevoli perché non adatte allo scontro fisico.
venerdì 19 maggio 2023
Hirpu, il cacciatore
Il gruppo di cacciatori ostentava visi tesi e fieri, traditi soltanto dagli occhi lucidi; un'emozione esaltata dal rito d’investitura: da loro sarebbe dipeso l’andamento dell’inverno.
Fra essi, in prima fila, v’era Hirpu, il 'lupo' nel suo idioma. Indossava la veste di lana appositamente tessuta da sua madre. Orgoglioso, impugnava saldamente il bug, la cui punta di metallo riverberava le fiamme sacre. Il giovane sosteneva stoicamente l’ondata di calore, che ne bruciava le ciglia e la punta dei capelli color rame. Esaltato, Hirpu ne respirava l’aria rovente, cercando uno spiraglio fra le fiamme da cui scrutare la bella Abala.
giovedì 18 maggio 2023
Hirpu, il cacciatore; l'incipit
Incipit
mercoledì 17 maggio 2023
Hirpu, il cacciatore; la prefazione
Prefazione
HIRPU, IL CACCIATORE: IL RIX
Il sistema sociale celtico prevedeva l’elezione del proprio condottiero, Rix, non per diritto divino o di discendenza, ma solo per acclamazione unanime, e dopo che quest’ultimo avesse dato dimostrazione concreta del proprio valore in battaglia e della propria saggezza e lungimiranza nell’amministrazione della tribù.
martedì 16 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE: la battaglia
La Battaglia:
Dalle testimonianze tramandati dai Latini sappiamo che i
Liguri affrontavano il nemico in battaglia seminudi o nudi per mostrarsi il più
possibile vicino allo stato animale selvaggio per incutere timore ai Romani molto
meno robusti.

Si mostravano dipinti su tutto il corpo, portavano lunghe
chiome impastate con argilla. Spesso tutto ciò che indossavano era dei calzari di
cuoio, un cinturone e un collare di metallo ritorto, detto Torque che serviva
loro per catalizzare l’energia nella testa.
Erano armati con lunghe lance, dette Bug, uno scudo bisogno,
una spada scadente perché forgiata con metalli dolci e molto raramente, con
arco e frecce che venivano considerate disonorevoli perché non adatte allo
scontro fisico.
lunedì 15 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE: abbigliamento Taurini
Come vestivano i Taurini
Abbigliamento:
Sappiamo che, almeno nella prima età del ferro, le tecniche e
le decorazioni dovevano essere molto simili a quelle golasecchiane. Quindi, i
materiali erano lino, canapa e lana. Le tinture vegetali erano gialla, molto
diffusa in Piemonte, rossa (robbia), blu (guado).
I mantelli erano di spessa lana infeltrita e idrorepellente,
a volte decorati a scacchi. In genere erano corti, avvolti sulle spalle come
delle stole e fermati con figure in bronzo. I mantelli spesso erano usati come
cappucci.
La veste femminile era formata da un lungo pezzo di stoffa a
telaio manuale nel quale, durante la tessitura, veniva ricavato il buco per la
testa. Non c’erano cuciture perché simbolo di povertà. Aperta sui lati veniva trattenuta
in vita da una cintura di cuoio con fibbia in bronzo. Più la veste era lunga e larga più era
considerata elegante. La sottoveste era in lino o canapa. Spesso la veste elegante
era ricamata con fili rossi o blu, con motivi a spirali, triskel o simboli
solari.
I calzari erano perlopiù dei mocassini in cuoio.
I gioielli consistevano in una collana di grani d’ambra, bracciale
in bronzo o pasta di vetro.
domenica 14 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; LA RELIGIONE
LE POPOLAZIONI LIGURI, GRAZIE AL LUNGO CONTATTO CON LE POPOLAZIONI CELTICHE, HANNO ACQUISITO CREDENZE E MITI PROVENIENTI DA QUEL MONDO. A PARTIRE DAL VII SECOLO A.C. I CORREDI FUNEBRI SONO SIMILI A QUELLI RISCONTRABILI PRESSO LE POPOLAZIONI DI CULTURA CELTICA.
Gli dèi di Hirpu:
Belanu, è una
divinità protoceltica della luce, uno dei maggiori e più influenti
tra gli antichi dèi europei per il quale si eseguivano sacrifici e riti
collegati ai solstizi e perciò ai cicli solari dell'anno. Il teonimo Belanu è
stato ritrovato su alcune iscrizioni scoperte nei pressi di Oulx e
a Bardonecchia. Alcuni lo hanno accostato al dio Apollo della
cultura mediterranea. La sua compagna era Belisma, dea del fuoco. Adorato dai Liguri, Iberi, Celti continentali e insulari era noto
per la sua influenza sulla luce solare e di conseguenza sull'agricoltura, sulla
stagionalità, sulla temperatura, sull'allevamento e in pratica su ogni attività
umana dell'epoca protostorica europea, sovrintendeva persino sull'illuminazione
della psiche nell'accezione spirituale e mentale come guida alle innovazioni e
invenzioni.
Tuotatis,
era nella mitologia celtica il dio della guerra, della fertilità e
della ricchezza, identificato secondo alcuni come l'equivalente del dio Marte romano. Il suo nome significa "padre
della tribù", dal touta celtico che significa "tribù" o
"gente". A Toutatis, che è anche conosciuto con i nomi di Albiorix (re del mondo) e Caturix (re della battaglia), erano offerti
sacrifici umani per placare la sua ira.
Alator,
protettore dei cacciatori, sembra che il suo
nome significhi “colui che nutre il popolo”.
Bergusia era una dea celtica, consorte del
dio Ucuetis, lei venerata come la dea della prosperità, mentre Ucuetis era
un dio patrono degli artigiani.
Dispater, Antica divinità latina
corrispondente al greco Πλούτων quale attributo di Ade in quanto «ricco» (Dis
da Dives); come Dispater si configura quale il rovescio infero di Iuppiter.
Nell’ambito del collegamento con le genealogie della mitologia greca, D. fu
detto figlio di Saturno e di Ops e fatto signore, insieme con Proserpina,
del mondo sotterraneo e dei tesori che la Terra cela. In suo onore si
celebravano in Roma i giochi secolari.
sabato 13 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; MABON
LE FESTE SACRE: MABON
Equinozio d’Autunno – 21 settembre
Mabon è il sabba
dell’equinozio d’autunno, antica festività celtica che indica il penultimo
ciclo dell’anno agricolo, quello che indica la chiusura della stagione dei
frutti e l’imminente avvicinarsi della stagione del riposo, l’inverno.
Al tempo dei Misteri Eleusini,
l’equinozio d’autunno segnava l’inizio della discesa
di Persefone nell’Ade, quando la natura comincia a morire ed i
primi freddi scendono sui campi.
Nella tradizione celtica vediamo invece il Dio che si avvia per tornare nel
grembo della Grande Madre, dove verrà rigenerato e dal quale rinascerà in
primavera a Imbolc.
È un tempo di equilibrio, dove
la notte e il giorno sono ugualmente suddivisi, ma da questo momento la luce
inizierà a diminuire a favore dell’oscurità.
È dunque un momento di
preparazione all’inverno, dopo aver soppesato ciò che si è raccolto
a Lughnasad.
Non sempre le stagioni ci regalano ciò che abbiamo seminato:
l’accettazione dei “frutti” ci insegna ad accogliere quello che la Terra ci
dona, imparando a godere di ciò che si ha, anzichè vivere lamentandosi per ciò
che manca.
Il potere dell’Acqua
dell’Ovest, la magia di Mabon, è proprio questa: l’abbandono, l’accettazione e
la preparazione alla trasformazione.
venerdì 12 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; LUGHNASADH
LE FESTE SACRE: LUGHNASADH
Festa del raccolto – 1° agosto
Lughnasadh, chiamata
anche Lammas o Festa del Raccolto, è uno dei
passaggi della ruota dell’anno celtica e segna l’inizio della
stagione dei raccolti. Festeggiarla simboleggia un ringraziamento alla Terra
per i suoi doni.
Questo Sabbat è il primo dei
tre dedicati al raccolto: il lavoro della Primavera e dell’Estate è finalmente
ripagato con il primo raccolto dell’anno. Questo è noto come il periodo in cui
le piante maturano e cedono i loro frutti e semi per il nostro consumo.
Lughnasadh rappresentava un
momento di grande intensità per i popoli che vivevano di agricoltura: il
momento della mietitura del grano poteva infatti significare abbondanza o
carestia per l’anno a venire.
Era la festa più popolare e più sociale, a cui partecipavano proprio tutti,
perfino le tribù in guerra, che facevano una pausa di due giorni.
La tregua era propizia per
banchetti, giochi, corse di cavalli, scambi commerciali, per ascoltare poeti e
musicisti in gara tra loro. Inoltre, si celebravano matrimoni,
spesso per legalizzare la situazione delle coppie che avevano partecipato ai
fuochi di Beltane, alle quali gli dèi avevano concesso il dono di una
nuova vita.
giovedì 11 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; BELTANE
LE FESTE SACRE: BELTANE
Calendimaggio – 1° Maggio
Beltane è
il Sabbat con il quale i celti celebravano la fertilità della terra:
esso festeggia la nuova vita ed è caratterizzato dal fuoco,
dalla passione e dalla rinascita.
Il periodo di Beltane è il
momento in cui l’energia maschile del Dio è al suo massimo grado di
potenza. Altri simboli dell’energia fecondante sono le corna (vedi il dio
cornuto Cernunnos), i bastoni, le ghiande e i semi.
Il simbolo di maggio più
conosciuto – e forse anche il più antico – è l’Albero di Maggio o Palo
di Maggio. Esso consiste in un grande palo alla cui sommità sono legati dei
nastri, simbolo dell’albero cosmico (Yggdrasil) che regge l’Universo unendo
Cielo e Terra.
E’ anche il momento di massima fecondità del grembo della Dea Madre: è la
Terra, calda ed accogliente, che attende i frutti dei semi piantati
ad Imbolc.
Beltane segna l’inizio
dell’estate ed è un tempo per festeggiare, celebrare e gioire. È un
momento per guardare avanti al futuro e per prepararsi ai mesi caldi che
verranno. È anche tempo per amare e per unirsi nel sacro matrimonio che onora
la fertilità della terra.
mercoledì 10 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; OSTARA
LE FESTE SACRE: OSTARA
Equinozio di primavera – 21 Marzo
Ostara cade all’Equinozio
di primavera, il giorno in cui giorno e notte hanno la stessa
durata. Questo significa equilibrio ma anche transizione da una fase ad un’altra.
Gli equinozi sono infatti il momento giusto in cui celebrare nuovi legami, ma
anche rituali per lasciarsi alle spalle qualcosa. Insomma, tutto ciò che
concerne il chiudere una situazione ed iniziarne una nuova.
Ostara, chiamata Alban
Eilir nell’antico druidismo celtico, apre la stagione
della semina ed è quindi un Sabba molto importante.
L’Equinozio di Primavera è il primo dei due momenti dell’anno solare in cui
Luce e Tenebra si trovano perfettamente alla pari.
Contrariamente a quanto accade nell’Equinozio d’autunno però, in questo caso la
Luce tornerà a splendere sulla Terra che verrà scaldata e risvegliata dal
torpore invernale.
In tutto il mondo l’Equinozio è salutato da feste e riti legati
a leggende sulla morte e la
rinascita.
Ogni religione ha la sua Festa di Primavera sebbene ognuna dia ad essa un nome
differente.
Nel paganesimo, come nella tradizione celtica, la Primavera è
rappresentata dalla festa di Ostara, festa della rinascita e del rinnovamento
sia dal punto di vista fisico che spirituale.
martedì 9 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; IMBOLC
LE FESTE SACRE: IMBOLC
Candelora – 1° febbraio
Nella ruota dell’anno,
Imbolc è la porta tra l’Inverno, ormai al suo declino, e l’imminente Primavera.
Questo passaggio rappresenta simbolicamente il transito dal “periodo oscuro”,
caratterizzato dal freddo, dal buio e dalla morte portata dall’inverno, verso
il rinnovamento del cosmo che si esprime con la rinascita della Natura.
La luce che è nata al Solstizio d’Inverno comincia a manifestarsi all’inizio
del mese di Febbraio: le
giornate si allungano poco alla volta e anche se la
stagione invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci accorgiamo che
qualcosa sta cambiando.
Le genti antiche
erano molto più attente di noi ai mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza.
Questo era il periodo dell’anno più difficile poichè le riserve alimentari
accumulate per l’inverno cominciavano a scarseggiare. Pertanto, i segni che
annunciavano il ritorno della Primavera erano accolti con uno stato d’animo che
oggi, al riparo delle nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad
immaginare.
lunedì 8 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; YULE
LE FESTE SACRE: YULE
Solstizio d’Inverno – 21 dicembre
Che significa “Ruota“,
quindi una data che segna il punto definitivo nella Ruota dell’Anno.
I Sassoni celebravano
Modranect il 24-25 Dicembre. Significa “la notte della Madre” ed era la
celebrazione della nascita del Sole.
Questa festa è stata adattata dalla tradizione pagana nella celebrazione più
famosa del Natale.
Dunque, la Luce nasce
dall’Ombra.
La Dea dà vita al Dio, rappresentando la rinascita della luce. Gli spiriti
della Terra riposano, preparandosi al lavoro che, con la Primavera, li
aspetta per ridare alla Terra i nuovi boccioli di vita.
A livello personale, il
concetto di Rinascita della Luce ci chiede di compiere un salto di
qualità, un passo di avanzamento nel percorso spirituale che
abbiamo intrapreso. Si tratta della chiusura di un ciclo e della riapertura
dello stesso ma su un piano più avanzato dopo il lungo periodo di introspezione
che fa capo a Samhain.
È il tempo in cui bisogna
lasciare andar via le nostre paure, i nostri dubbi, le vecchie idee e i
progetti finiti. Qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai
nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita.
E’ il momento di lasciare alle spalle il passato e di
camminare verso una nuova Luce.
Yule è la promessa del ritorno
delle energie di Primavera ed Estate che ci garantiranno la fecondità della
terra e quindi il nostro sostentamento. È una Festa di Luce e di allegria,
scintillante e pervasa dallo spirito della rinnovata certezza di calore e
prosperità futura.
sabato 6 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; SAMHAIN
LE FESTE SACRE: SAMHAIN
Capodanno celtico – 1° novembre
Nella Ruota dell’anno
celtico, Samhain corrisponde al Capodanno.
L’importanza che la popolazione celtica attribuiva a Samhain risiede nella
loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in
cicli. Il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di
magia.
Il passaggio dall’Estate
all’Inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi
festeggiamenti.
La parola Samhain deriva probabilmente dal gaelico “Samhuinn” e
significa fine dell’Estate.
I Celti credevano che alla
vigilia di ogni nuovo anno, nella notte tra il 31 Ottobre e il 1°
novembre, gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna
giovinezza e felicità chiamata “Tir nan Oge”, potessero unirsi al mondo dei
viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del
tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo
dei vivi, permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla
Terra.
Samhain era, dunque, una
celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria
dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte
del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia
dell’accensione del Fuoco Sacro.
Alla fine del rituale tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne
costituite da rape intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco
Sacro. La festa durava tre giorni, al termine dei quali ci si mascherava con
pelli di animali per spaventare gli spiriti e farli tornare nell’aldilà.
venerdì 5 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; INSUBRI E BOI
I NEMICI DEI TAURINI: INSUBRI E BOI
INSUBRI
Popolazione
celtica, originaria della Gallia transalpina e stanziatasi nell’Italia settentrionale,
tra il Ticino e il Lago di Como, sullo scorcio del 5° sec. a.C. Loro centro principale fu
Mediolanum (Milano). Nel 225 a.C., collegatisi con altre tribù celtiche, gli I.
mossero contro i Romani ma furono sconfitti a Talamone, e quindi sottomessi
da Marco Claudio Marcello dopo la battaglia di Clastidio (222). Alleati di
Annibale durante la seconda guerra punica, furono definitivamente domati nel
194. Ottennero la cittadinanza romana nel 49 a.C.
BOI
Popolazioni
galliche che parteciparono tra il 450 e il 400 a. C. all'invasione dell'Italia settentrionale.
Si stabilirono a mezzogiorno del Po, nella regione di Mutina (oggi
Modena) e di Felsina (oggi Bologna), tra gli Anamari che
occuparono la parte occidentale della regione cispadana, nei pressi di Piacenza
e di Casteggio, e i Lìngoni che ne occuparono l'estrema parte orientale. Come
gli Insubri tra i Galli transpadani, così i Boi furono i più potenti tra i
Galli trasmigrati a mezzogiorno del Po; sì che s'impadronirono della città
principale dell'Etruria cispadana, Felsina, la quale, dal loro nome, venne poi
chiamata Bononia.
Stanziatisi in Italia ebbero coi Romani guerre molteplici. Non è
noto se all'incursione dei Senoni nell'Italia centrale nel 284 a. C. i Boi
abbiano partecipato. Ma, contrattaccati e vinti i Senoni subito dopo, i Boi
discesero nel 283 a vendicarli, alleandosi con gli Etruschi. Nella battaglia al
Lago Vadimone, di quell'anno stesso, essi furono pienamente disfatti, e l'anno
dopo (282 a. C.), avendo ricevuta una nuova sconfitta dal console Q. Emilio
Papo, chiesero e ottennero la pace.
La guerra riarse nel 238, senza peraltro notevoli successi per i
Romani; e poi negli anni 237-236. In quest'anno fiere discordie scoppiarono nel
campo dei Boi raccolti contro la colonia latina di Ariminum (Rimini);
poi nel 225 la guerra si riaccese, con la partecipazione degl'Insubri, dei
Lìngoni, dei Taurini, e dei Gesati transalpini. Dopo un primo successo
riportato contro i Romani presso Chiusi, i Galli subirono una disfatta
irreparabile al Capo Telamone (a. 225 a. C.); e uno dei vincitori, il console
L. Emilio Papo, penetrò allora per la prima volta nel cuore del paese dei Boi,
devastandone il territorio. I consoli del 224 invasero nuovamente il paese, e
costrinsero i Boi alla pace con la cessione di parte del loro territorio. Dipoi
una sollevazione di Boi fu provocata dalla deduzione delle colonie di Cremona e
di Placentia; e i Romani furono lungamente molestati nella valle del Po durante
la seconda guerra punica. Finalmente i Boi vennero definitivamente assoggettati
nel 191 a. C. da P. Cornelio Scipione Nasica, cugino dell'Africano, e privati
di metà del loro territorio. Qualche anno dopo, nel 189 a. C., fu dedotta a
Felsina una colonia latina che si denominò Bononia.
giovedì 4 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; GLI ALLOBROGI
I NEMICI DEL SUO POPOLO: GLI ALLOBROGI
Gli Allobrogi erano una
bellicosa tribù celtica della Gallia ubicata tra
il fiume Rodano e il lago di Ginevra nelle
odierne Savoia, Delfinato e Vivarese. Le loro città sono
oggi nell'area di Lione, Saint-Étienne e Grenoble, nel
moderno dipartimento dell'Isère e nell'odierna Svizzera. La
loro capitale era Vienne e il territorio da loro occupato era
conosciuto come Allobrogia: ancora oggi una montagna appartenente
al Massiccio del Monte Bianco viene chiamata Pointe
Allobrogia, molto probabilmente un ricordo linguistico dell'antica
occupazione da parte di questa tribù gallica.
Sono menzionati per la prima volta nelle fonti da Polibio,
che dice che non riuscirono a resistere ad Annibale quando questi
attraversò le Alpi nel 218 a.C.
mercoledì 3 maggio 2023
HIRPU IL CACCIATORE; IL CIBO
Bere e mangiare tra i Celti: le fonti letterarie
Gli autori e le
fonti antiche che descrivono lo stile di vita dei Celti sottolineano la loro
passione per le grandi feste collettive, il cui momento culminante era proprio
il banchetto: si trattava infatti di occasioni sociali in cui si esibiva e
legittimava il prestigio, si celebrava il valore militare, si stringevano
alleanze e si scambiavano doni. Posidonio di Apamea racconta: ‘Quando in molti
mangiano insieme, si siedono in cerchio, ma sta nel mezzo, come il direttore di
un coro, il più potente, colui che si distingue dagli altri per il valore in
guerra, per il lignaggio o per la ricchezza. Vicino sta il suo ospite, e di
seguito per ordine da ogni lato ciascuno secondo il proprio rango. E mentre gli
uomini armati con scudo ovale stanno dietro, gli armati di lancia stanno di
fronte in cerchio … lo schiavo serve percorrendo il cerchio da destra a
sinistra; in questo modo è servito’ (Ateneo, I sofisti a banchetto IV, 152 b-d)
COSA MANGIAVANO:
I cereali
coltivati nell’età del Bronzo sono il grano tenero o il farro,
la spelta, il miglio e l’avena; nell’età del Ferro, invece, l'orzo,
il panico e la segale.
Farro e Spelta, Avena e Segale: per la panificazione
Nelle zuppe invece ci finiva un po' di tutto soprattutto le leguminose
(fave, piselli, lenticchie)
Orzo per minestre
asciutte (il panicium, l’antenato dell’attuale Panissa vercellese), pane, birra
e polente.
Miglio: minestre,
polente
Segale: per la
panificazione
Legumi come Lenticchie
(molto presente nella cucina celtica) e Cicerchie.
Nocciole e Noci molto
usato il loro olio per condire le pietanze.
Burro, lardo e cotiche
Formaggi, fra cui gli
erborinati
Gocce di pino: ricetta
taurina per eccellenza, antenate delle caramelle per la tosse. I taurini
prendevano le gemme del pino cembro cuocendole nel miele facendole caramellare.
Virtis: germogli di
luppolo selvatico
Maiali, ovini e caprini
tabù era la carne dei volatili poiché considerati messaggeri degli dèi.
Castagne bollite o come
farina per il pane
Cotognata, confettura
di mele cotogne
cacciagione
Idromele: bevanda sacra
per eccellenza
martedì 2 maggio 2023
HIRPU, IL CACCIATORE; I DRUIDI
I DRUVID (DRUIDO)
La parola celtica era probabilmente dru-vis o druvid, da
dru=molto e wis= sapiente. Il titolo di Druido si acquisiva dopo anni di
durissimi studi, solo i migliori allievi del maestro potevano aspirare alla carica.
Il Druido supremo era un importante alleato del rix. I druidi non potevano
diventare rix in quanto depositari della vita spirituale e non politica e
militare, ma il rix non aveva alcun potere sulla loro parola e mostrava
rispetto verso la loro autorità.
L’albero sacro era la quercia, e il boschetto di querce era
un luogo sacro. Altro albero importante era il tasso da cui ricavavano il
vincastro sacro in uso durante le cerimonie e i riti magici.