Il 21 gennaio scorso, a Milano, il ministro per i
Beni e le attività culturali Alberto Bonisoli ha incontrato la filiera del
libro. Un "tavolo di confronto" nato per "raccogliere
indicazioni sulle criticità nel settore, oltre a suggerimenti sui possibili cambiamenti"-
tra loro le associazioni Aie, Adei e Ali oltre a Amazon, Emmelibri
e a rappresentanti del sindacato librai - per fare il punto di un
settore che mostra segni di rallentamento. "E la prima volta che si mette
in piedi un tavolo così, magari si perde tempo ma è fondamentale
coinvolgere tutti fin dalle primissime fasi. E ora di mettere le
mani sul futuro e la tenuta del settore editoriale: è il momento
giusto, c'è un nuovo governo abbiamo chiuso la finanziaria e
iniziamo a lavorare alla prossima", sottolinea il ministro.
Un primo incontro, il prossimo è già fissato per
l'11 febbraio, in cui "ho raccolto indicazioni di criticità e
suggerimenti di possibili cambiamenti normativi o di natura
finanziaria per rafforzare un settore critico e strategico per la
cultura italiana. Per il ministro “l’industria
dei libro deve restare plurale e, allo stesso tempo,
deve essere redditizia per chi ne fa parte”. Bonisoli si è detto colpito “dall’approccio manageriale” che ha
riscontrato tra i rappresentati della filiera presenti all’incontro milanese:
“Un aspetto positivo, che si lega alla grande
passione di editori e librai”, ha aggiunto.
Parlando delle librerie, Bonisoli ha dichiarato:
“In questo momento in
Italia sono più i negozi che chiudono di quelli che aprono, è uno dei temi che
affronterà questo tavolo”. Si è parlato anche di
commercio librario on-line, per il ministro è il consumatore che deve poter
scegliere, a parità di condizioni: “Ad esempio, io preferisco comprare i libri nelle
librerie fisiche, mentre mia figlia lo fa online”, ha
raccontato. In Italia la percentuale di lettori è inferiore a
quella di altri Paesi come la Francia e gli editori puntano a
conquistare nuovi giovani lettori. Se è il consumatore a scegliere se
il futuro del settore è nella carta o nel digitale. Bonisoli ha poi
chiarito: “Uno dei compiti che ci siamo dati è quello di riflettere sulle
azioni a sostegno dalla lettura che sono state realizzate e su quelle che sono
da realizzare. Un aspetto su cui
migliorare è la visibilità che hanno avuto le iniziative del Cepell“.
A questo proposito, Alessandro Dalai,
da pochi mesi consigliere per le industrie culturali e creative ha sottolineato
la necessità di
interconnettere le iniziative del Centro con il sistema delle biblioteche
scolastiche, e ha spiegato che sono necessari altri fondi.
Non sono tardate le prime reazioni, come quella
di Ricardo Franco Levi,
presidente dell’Associazione Italiana
Editori: “I primi segnali” ha dichiarato, “sui risultati
dell’anno 2018 dell’industria editoriale libraria evidenziano una sostanziale
tenuta del settore nel quadro di un generale rallentamento dell’economia ma
questo non basta: occorrono misure
forti per ridare centralità alla lettura nel futuro del Paese”.
“Per questo» ha proseguito, “è fondamentale sostenere e allargare la domanda di
cultura. I linguaggi ormai sono i più diversi: in molti di questi settori si è
già intervenuti. Considerata l’importanza del libro è indispensabile una
politica che rafforzi libro e lettura, a partire dalla conferma della 18app, che si è
rivelata uno strumento prezioso, e dalla straordinaria iniziativa di promozione
della lettura che, da quattro anni, è #ioleggoperché. Non chiediamo contributi per gli editori ma
promozione della lettura, sostegno a librerie e biblioteche, investimenti per
l’innovazione”. “Il libro è un elemento fondamento della
società della conoscenza. È uno strumento di cittadinanza. Per questo va
riaffermato il suo valore nell’istruzione e nella formazione lungo tutto l’arco
della vita, per garantire democrazia e competenze necessarie per lo sviluppo
nella società della conoscenza. E’ una battaglia di civiltà in cui muoversi
insieme e davvero con forza”.
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