Ieri sera, al Ninfeo di Villa Giulia a Roma, è stato assegnato il 72esimo Premio Strega.
Cinque i finalisti che si contendevano l’ambito
riconoscimento, tre donne - Helena Janeczek, Lia Levi e Sandra Petrignani, e
due uomini, Carlo D'Amicis e Marco Balzano. L'ultima donna a ricevere il
riconoscimento era stata, nel 2003, Melania Mazzucco, con "Vita"
(edito da Rizzoli), mentre la scorsa edizione era stata vinta da Paolo Cognetti,
con il romanzo "Le otto montagne", pubblicato da Einaudi.
Le opere finaliste erano: "La ragazza con la Leica" che riporta
sotto i riflettori la figura di Gerda Taro, la fotografa tedesca compagna del
grande Robert Capa; Lia Levi ambienta "Questa sera è già domani" ai
tempi delle Leggi Razziali del 1938 con le vicende della famiglia Rimon.
Sandra Petrignani compone la prima vera biografia della grande scrittrice
Natalia Ginzburg ("La corsara") intrecciandola con la propria vita,
mentre Marco Balzano recupera il destino del comune di Curon, in Sud Tirolo,
che nel 1950 venne distrutto per costruire una diga ("Resto qui").
Solo Carlo D’Amicis, nel "Gioco", si
confronta con una storia più contemporanea, che parla, con una lingua forte e
curata, di sesso e di desiderio.
La giuria: dall’edizione 2010, alle preferenze espresse dagli Amici della
domenica si aggiungono i voti dei lettori “forti”, che ruotano di anno in anno,
segnalati dalle librerie associate all’ALI (Associazione Librai Italiani).
L’allargamento della giuria del Premio Strega vuole essere un riconoscimento
dell’opera di promozione della lettura svolta dalle librerie. A partire
da questa edizione si aggiungono alla giuria del Premio 20 voti collettivi espressi da scuole,
università e 15 circoli di lettura presso le Biblioteche di Roma,
oltre a 200 voti espressi da studiosi,
traduttori e intellettuali italiani e stranieri selezionati da 20 Istituti italiani di cultura all’estero.
Il numero dei votanti raggiunge quindi un totale di 660 aventi diritto.
“Lo Strega premia un libro originale e un'autrice
che ha un'indiscutibile profilo letterario e premia anche una casa editrice che
ha fortemente creduto fin dall'inizio nel romanzo di Helena Janeczek e ne ha visto
crescere il consenso". Ha detto Luigi Brioschi, presidente Guanda (Gruppo
Gems), la casa editrice che per la prima volta vince l'ambito riconoscimento
letterario. Da diverse stagioni, infatti, il premio era monopolio dei maggiori
gruppi editoriali. "Per Guanda è un'emozione e con un libro di tale
portata è anche una vittoria per lo Strega. Il libro di Helena racconta una
vicenda che, nella situazione in cui viviamo, può parlare ai lettori di
oggi" ha sottolineato Brioschi.
Al
termine dello spoglio dei voti a trionfare è stata Helena Janeczek
con 196 voti. «Sono felicemente sconvolta, penso che abbia vinto Gerda, senza
di lei non sarei arrivata qui» ha esclamato l’autrice. “Ho
scelto di raccontare la sua vita perché è il simbolo di una donna libera e
indipendente, che ha creduto nelle sue convinzioni”.
Nata a Monaco di Baviera da genitori ebrei
polacchi, 54 anni, vive a Gallarate, ha lavorato a Milano per case editrici
come Adelphi e Mondadori, e per Guanda ha pubblicato anche Le rondini di Montecassino per raccontare la presenza di polacchi,
pachistani e altre nazionalità dimenticate a una delle battaglie più cruente
della Seconda guerra mondiale.
Al
secondo posto Marco Balzano con 'Resto qui' (Einaudi) con 144
voti e al terzo Sandra Petrignani con 'La corsara. Ritratto di
Natalia Ginzburg' (Neri Pozza) con 101 voti. Al quarto Carlo D'Amicis
con 'Il gioco' (Mondadori) con 57 voti e al quinto Lia Levi
con 'Questa sera è già domani' (Edizioni E/O) con 55 voti, già vincitrice del
premio Strega giovani.
Sono
trascorsi quindici anni dall’ultimo successo di una donna al premio, era il
2003, infatti, quando l’autrice Melania Mazzucco si aggiudicava il
riconoscimento con Vita. Un premio femminile a tutto tondo dato che il
libro vincitore narra della ventisettenne compagna del celebre fotoreporter
Robert Capa, che è stata il simbolo dell’ultimo anelito anti-dittatoriale prima
dell’avanzata nazista in Europa: al suo funerale, a Parigi, una folla di oltre
100 mila persone seguì il feretro. “Una coppia fenomenale. Lei lo ha aiutato a
diventare una celebrità. Ho voluto rendergliene merito”, ha spiegato ieri
Janeczek. "Non somiglio a Gerda Taro ed è stato bello cimentarmi con una
figura diversa. Lei è nata coraggiosa, io il coraggio ho imparato a tirarlo
fuori. Lei mi ha aiutato nei sei anni in cui ho scritto questo libro”. "È
bene - ha poi spiegato - che continui ad esserci un'attenzione sulle donne.
Quest'anno eravamo in sei su dodici concorrenti, tutte con libri diversi che
dimostrano la ricchezza delle storie scritte da donne che spesso trattano temi
importanti. E in Italia ci sono bravissime scrittrici".
Nessun commento:
Posta un commento