di Pierangelo Colombo

mercoledì 4 luglio 2018

Ernest Hemingway


  Il 2 luglio 1961, a Ketchum, Stati Uniti, muore suicida Ernest Miller Hemingway, considerato uno dei maggiori narratori della letteratura americana del 900.

  Nato il 21 luglio 1889, figlio di un medico, sin da piccolo conduce una vita avventurosa, mentre la madre lo vorrebbe suonatore di violoncello. Nell’età scolare dimostra subito l’attitudine per la scrittura, tanto che ben presto comincia a pubblicare i primi racconti. Nonostante iesta propensione rifiuta d’iscriversi all’università e comincia la sua attività lavorativa presso un giornale come cronista a Kansas City, presso il quotidiano locale.
 Lo stesso anno gli Stati Uniti entrano nella prima guerra mondiale ed il giovane si arruola volontario, ma dato i suoi problemi di vista gli fu dato il servizio ambulanze.
 Al termine del conflitto il giovane Hemingway ricominciò a scrivere e tenere conferenze sulle sue esperienze nella grande guerra; proprio durante una conferenza conosce Harriet Gridlay Connable che lo invita a trasferirsi a Toronto, dove inizia a lavorare per il Toronto. Nel frattempo comincia a viaggiare soprattutto in Europa e a Parigi inizia la sua carriera letteraria dopo l’incontro con Gertrude Stein che lo consiglia sulle letture moderniste che poi lo avrebbero formato come scrittore.
 Le prime due raccolte di racconti preannunciano la sua futura produzione, con uno stile che caratterizzerà tutta la sua produzione, la lotta tra il bene. Il suo linguaggio disadorno ne fa da subito uno degli scrittori più imitati e famosi. Nel 1953 vince il premio Pulitzer con Il vecchio e il mare, e il Nobel per la letteratura nel 1954. Lo stile letterario di Hemingway caratterizzato da asciuttezza ed essenzialità del linguaggio ebbe una notevole influenza sullo sviluppo del romanzo nel XX secolo. I suoi protagonisti sono quasi sempre uomini dall’indole stoica con tratti distintivi ben definiti nell’uomo disposto a tutto pur di mostrare grande coraggio nei momenti di pericolo. Le sue opere sono considerate pietre miliari della letteratura americana.

Le sue opere più famose sono:

Fiesta – il sole sorgerà ancora nel 1926.


Basato su una materia ampiamente autobiografica (i viaggi compiuti da Hemingway con la moglie e alcuni amici in Spagna a partire dal 1923), il romanzo narra le vicende di un gruppo cosmopolita di giovani espatriati, con le loro burrascose inquietudini esistenziali e sentimentali. In queste pagine lo scrittore raggiunge uno stile già maturo, calibratissimo tra cronaca e poesia, asciutto, essenziale, con dialoghi esemplari per incisività ed eleganza, grazie al quale riesce a mettere a nudo l’anima dei suoi personaggi, e a infondere loro la vita.

Addio alle armi 1929


Composto febbrilmente tra il 1928 e il 1929, “Addio alle armi” è la storia di amore e guerra che Hemingway aveva sempre meditato di scrivere ispirandosi alle sue esperienze del 1918 sul fronte italiano, e in particolare alla ferita riportata a Fossalta e alla passione per l’infermiera Agnes von Kurowsky. I temi della guerra, dell’amore e della morte, che per diversi aspetti sono alla base di tutta l’opera di Hemingway, trovano in questo romanzo uno spazio e un’articolazione particolari. È la vicenda stessa a stimolare emozioni e sentimenti collegati agli incanti, ma anche alle estreme precarietà dell’esistenza, alla rivolta contro la violenza e il sangue ingiustamente versato. La diserzione del giovane ufficiale americano durante la ritirata di Caporetto si rivela, col ricongiungimento tra il protagonista e la donna della quale è innamorato, una decisa condanna di quanto di inumano appartiene alla guerra. Ma anche l’amore, in questa vicenda segnata da una tragica sconfitta della felicità, rimane un’aspirazione che l’uomo insegue disperatamente, prigioniero di forze misteriose contro le quali sembra inutile lottare.

Per chi suona la campana 1940

Un episodio di guerriglia durante la guerra civile spagnola, un ponte che deve essere fatto saltare, un piccolo gruppo di partigiani uniti dall’unica speranza che “un giorno ogni pericolo sia vinto e il paese sia un posto dove si vive bene”; in mezzo a tutto questo, Robert Jordan, il dinamitardo, l’inglés giunto da Madrid per organizzare la distruzione del ponte. Robert è un irregolare nell’esercito repubblicano, un intellettuale votato a una causa che, tra mille dubbi, egli sente non meno sua degli altri: perché al di là di ogni errore e di ogni violenza ci sia pace e libertà per tutti.

Il vecchio ed il mare 1952

Dopo ottantaquattro giorni durante i quali non è riuscito a pescare nulla, il vecchio Santiago trova la forza di riprendere il mare: questa nuova battuta di pesca rinnova il suo apprendistato di pescatore e sigilla la sua simbolica iniziazione. Nella disperata caccia a un enorme pesce spada dei Caraibi. nella lotta quasi a mani nude contro gli squali che un pezzo alla volta gli strappano la preda, lasciandogli solo il simbolo della vittoria e della maledizione finalmente sconfitta. Santiago stabilisce, forse per la prima volta, una vera fratellanza con le forze incontenibili della natura. E, soprattutto, trova dentro di sé il segno e la presenza del proprio coraggio, la giustificazione di tutta una vita. Postfazione di Fernanda Pivano.

Festa mobile 1964

Romanzo rimasto incompiuto per la morte di Hemingway, Festa mobile fu pubblicato postumo, nel 1964. La quarta moglie dello scrittore, Mary Welsh, scelse tra gli sketch sulla vita parigina negli anni Venti che il marito stava scrivendo alcuni “quadri” e diede loro un ordine. A distanza di quasi cinquant’anni, il nipote di Ernest, Seàn Hemingway, offre ai lettori appassionati di “Papa” questa nuova edizione restaurata di Festa mobile nella quale sono stati reintegrati alcuni capitoli inopportunamente scartati da Mary ed è stato ristrutturato l’indice del romanzo, ripristinandone la versione integrale secondo le intenzioni dell’autore. “Per mio nonno” scrive Seàn “Parigi fu semplicemente il miglior posto al mondo per lavorare, e rimase per sempre la città più amata.” E per respirare l’atmosfera della Rive Gauche dell’era del jazz, continua, “non è necessario che andiate a Parigi; semplicemente, leggete Festa mobile e sarà il libro a portarvi là”. Premessa di Patrick Hemingway.

Il giardino dell’eden 1986 pubblicato postumo

In questo romanzo pubblicato postumo sono rappresentati un giovane scrittore di successo, la giovane donna affascinante e inquieta che ha sposato, la cui nevrosi scivola verso la follia, e “l’altra donna”. La Costa Azzurra dei ruggenti anni Venti fa da sfondo agli ambigui giochi erotici che si intrecciano fra i tre. È parallela alla vicenda che il protagonista vive, l’altra vicenda, che il protagonista scrive: un lungo safari in Africa, un difficile rapporto fra padre e figlio, un romanzo faticosamente portato avanti.


Ora non è il momento di pensare a quello che non hai. Pensa a quello che puoi fare con quello che hai.

da Il vecchio ed il mare.


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