Trama
Una
donna, ormai anziana, mostra i primi segni di una malattia che le porta via la
memoria e addirittura sé stessa. La sua mente sta piano piano diventando una
lunga notte senza luna e soltanto la figlia può aiutarla ad attenuare quel
buio, ricostruendo la sua storia, ma anche la loro, gravata da un rapporto
«andato storto, da subito». Giorno dopo giorno il dipanarsi quotidiano di
piccoli e grandi avvenimenti fa riaffiorare ricordi dolcissimi e crudeli, pieni
di vita e di verità, a partire dalla nascita della mamma Esperia e delle sue
cinque sorelle, nate da un reduce tornato comunista dalla Grande Guerra e da
una contadina dritta ed elegante, malgrado le asperità di un'esistenza di
privazioni e sacrifici. In un Abruzzo luminoso e aspro, che si staglia come una
terra mitologica e lontana, le fatiche della campagna, l'allegria dei
matrimoni, la ruvidezza degli affetti, l'emancipazione dall'analfabetismo e la
fine della sottomissione femminile si intrecciano al racconto di una lenta
metamorfosi dei sentimenti, in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla
tra amore e odio, nostalgia e rifiuto. Un libro in cui le vicende personali si
uniscono alla storia corale di un'Italia apparentemente così lontana; eppure,
ancora presente nella storia di ognuno di noi.
La
storia è ambientata in Abruzzo, terra natale dell'autrice. Mia madre è un fiume è stato il romanzo d'esordio di Donatella Di
Pietrantonio (Elliot, 2010) trovando, nel 2022, una nuova edizione con Einaudi edizioni.
L’autrice,
con una scrittura semplice, fine e molto poetica, riesce a dar vita a una trama
è molto intensa e va a toccare temi difficili, riuscendo però a parlarne con
dolcezza e senza alcuna superficialità.
Esperia, a causa dell'atrofia cerebrale, inizia ad
accusare vuoti di memoria con conseguente perdita dei ricordi, delle conoscenze
acquisite e addirittura di sé stessa, non più memore nemmeno di chi era e di qual
era prima la sua vita.
L'evolversi
della malattia, tuttavia, la riavvicina alla figlia, con cui ha sempre avuto un
rapporto conflittuale. Esperia, infatti, è una donna che, nel periodo più
delicato per la crescita della figlia, trascorreva le sue giornate giostrandosi
fra il lavoro e dai gravosi impegni quotidiani, senza trovare tempo da dedicare
alla figlia; Un rapporto di amore-odio il loro, la figlia si vede, a causa
della malattia, improvvisamente costretta a starle vicino molto più di quanto
abbia mai fatto prima. Periodo in cui, ravvivando i ricordi della loro vita
comune, necessari ad Esperia per tenere acceso uno spiraglio di memoria, si
rivelano importanti anche per la figlia, imparando finalmente a capirla e, soprattutto,
accettarla.
Una narrazione delicata, quella di Donatella
Pietrantoni, struggente affresco della vita contadina del primo dopoguerra,
ricco di poesia.
Biografia
Donatella
Di Pietrantonio è nata a Arsita in provincia di Teramo nel 1963. È Residente a
Penne, in Abruzzo, si è poi trasferita all’Aquila nel 1986 dove si è laureata
in Odontoiatria per esercitare la professione di dentista pediatrico. Ha
esordito con il romanzo "Mia madre è un fiume" (Elliot 2011, Premio
Tropea). Per Einaudi ha divulgato L'Arminuta (2017), vincitore del Premio
Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha
vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.
Nessun commento:
Posta un commento