A inaugurare il Salone del libro di Torino è stata la lectio magistralis del filosofo, saggista e romanziere Fernando Savater. L’autore spagnolo ha posto nel centro della propria conferenza l’identità culturale dell’Europa, esortando a credere nella possibilità di costruire un’unione migliore, partendo dalla necessità di creare una Costituzione europea che garantisca libertà e diritti comuni.
“Dopo il 26 maggio potremmo ritrovarci con dei rappresentanti che non credono nella necessità di un’Eruropa, senza uno scudo ci ritroveremo soli e senza protezioni” così ha detto riguardo le prossime elezioni. Ponendo al centro del dibattito le differenze ma anche, nonostante i pregiudizi locali, un’identità comune. “Dov’è l’identità culturale dell’Europa”, infatti, è il titolo che l’autore ha dato alla propria lectio magistralis, parlando di un’Europa nuova e la necessità di salvaguardare la nostra identità culturale.
Uno dei punti primari su cui focalizzarsi, sostiene l’autore, è quello di mettere in atto una Costituzione europea, contrastando quei membri che “si rifiutano di vedere il reale ed evocano fantasmi, contribuendo a danneggiare l’immagine dell’Europa stessa”. Costituzione che metta in atto quei valori fondamentali che portino i cittadini a sentirsi veramente uniti. “Abbiamo una forte identità europea. Lo dimostra la reazione comune di fronte all’incendio di Notre Dame. La forte emozione provata al pensiero di perderla non era dovuta soltanto al suo valore artistico, ma era indubbiamente legata alla perdita della nostra identità. Sono convinto” ha ribadito, “che sarebbe accadutole stesso se fosse accaduto a Venezia o un’altra città europea”. Per questo, ha dichiarato, occorre una Costituzione che garantisca libertà e diritti comuni per tutti i cittadini, “un punto di riferimento a cui guardare per riconoscersi”.
Tracciando la linea guida che dovrebbe guardare il futuro dell’unione, l’autore spagnolo sogna un paese in cui i cittadini si possano sentire uniti e compresi, “Un’Europa dei cittadini, in cui siano di nuovo messi al centro i loro bisogni e le necessità. Un’Europa vista come necessità, una promessa comune che va perseguita costantemente. Non abbiamo bisogno di inventarci un nemico comune per raggiungere l’unità” ha esortato infine.
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