Sala rossa gremita per l’incontro dibattito sul fascismo
tenutasi ieri al Salone del libro. A catalizzare l’attenzione di un pubblico
attento sono stati cinque relatori e scrittori d’eccellenza come Francesco
Filippi, David Bidussa, Mimmo Franzinelli, Claudio Vercelli e Michela Murgia.
Il tema, più che mai attuale, continua a far discutere e
dividere; una delle domande, infatti, poste al centro del dibattito è stata: Il
fascismo è un fenomeno storico o un’ideologia che supera la storia e la
geografia politica europea? L’analisi pungente della scrittrice ha voluto
fornire al pubblico un punto di riflessione. “È già troppo tardi” ha affermato,
“ci ritroviamo a ribadire l’ovvio, ma se è tardi il motivo è dovuto perché qualcosa
non ha funzionato come doveva. Il fascismo è già sdoganato nell’ultimo periodo”.
“Non accetto” ha poi ribadito, “chi dice che il fascismo è
finito ed è solo un tratto storico. È un metodo che fa ancora breccia e
dobbiamo averne la consapevolezza”.
Presa di mira e offesa nelle ultime settimane da Matteo
Salvini, Murgia ha spiegato che: “il fascismo non è un’ideologia. In tanti,
oggi, negano di essere fasciste, ma nel loro modo di comportarsi affrontando la
quotidianità lo sono”.
“Contro i fascismi non abbiamo che le parole” ha proseguito,
“le parole creano mondi politici. A volte il linguaggio usato mi spaventa, da
entrambe le parti. Bisogna ricominciare dal linguaggio, dare del fascista non
basta e non ha senso. Occorre scardinare un modo di pensare”. L’autrice sarda, autrice del libro ’Istruzioni per diventare fascisti’, ha
sottolineato l’importanza del linguaggio: “C’è un fio rosso che unisce ruspa a
rottamiamoli fino a vaffa… sono espressioni in cui l’altro è considerato un
detrito, un ostacolo che ingombra e va eliminato. Un’area semantica che è già
di tutti”.
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