di Pierangelo Colombo

lunedì 23 aprile 2018

Proposte di lettura; L'arte di essere fragili

 Tutt’altro che semplice descrivere L’arte di essere fragili di Alessandro D’avenia, non che l’opera sia di difficile lettura, ma per la varietà di contenuti che vi sono trattati. Alessandro pone in primo piano una serie di interrogativi riguardanti la vita di ciascun individuo in ogni fase della crescita: l’adolescenza, o arte di sperare; la maturità; o arte di morire; la riparazione, o arte di essere fragili; il morire, o arte di rinascere. Per ogni sezione l’autore propone un epistolario con Giacomo Leopardi, nell’intento di scardinare le interpretazioni tipiche sul poeta, ci invita a rileggere con altri occhi le sue opere, segnando un punto di partenza per vedere con altri occhi il mondo.
 Largo spazio è dedicato all’età dell’adolescenza.
 Chi narra sa che il tempo ruota attorno a un nucleo, una sorgente, che non è l'inizio, è semplicemente il centro, in relazione al quale il prima è preparazione e il dopo affermazione. Una biografia assomiglia a una linea, ma una vita assomiglia a una spirale, il centro rimane nella stessa posizione e i minuti gli si arrotolano attorno, ora più vicini ora più lontani, in base alla fedeltà alla propria originalità. Quel centro è il rapimento e l'adolescenza ne è lo scrigno. (p. 24)
 D'Avenia, ci mostra chiaramente l'importanza di scoprire quale sia il proprio rapimento e, attraverso Leopardi, ci fa capire quanto esso sia essenziale per la vita. A tale scopo sono analizzate diverse poesie tratte dallo Zibaldone, tenendo sempre in considerazione la condizione dei nostri adolescenti.








Descrizione

"Esiste un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un'arte della gioia quotidiana?" Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte, senza trovare risposte. Eppure la soluzione può raggiungerci, improvvisa, grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In queste pagine Alessandro D'Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l'incontro decisivo che glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l'indifferenza e perfino la derisione dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D'Avenia trova folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto per rispondere ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente rivolgere da ragazzi di ogni parte d'Italia, tutti alla ricerca di se stessi e di un senso profondo del vivere. Domande che sono poi le stesse dei personaggi leopardiani: Saffo e il pastore errante, Nerina e Silvia, Cristoforo Colombo e l'Islandese... Domande che non hanno risposte semplici, ma che, come una bussola, se non le tacitiamo possono orientare la nostra esistenza.

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