di Pierangelo Colombo

lunedì 21 maggio 2018

La Grande Guerra; Porca guerra benedetta pace


Porca guerra benedetta pace è un diario sulla Prima guerra mondiale. Un libro ben scritto, con un buon italiano e una narrativa scorrevole. Ben spiegate le difficoltà della vita militare, e il mutare di quel nazionalismo, di chi era partito volontario, ma si è trovato alla crudezza di un massacro di nome guerra. Alle riflessioni di chi si è trovato dinanzi all’incapacità dei vertici militari e alla lontananza dagli affetti.
Luciano De Simoni, autore del diario, si sposa con Amalia nell’ottobre 1914, l’anno seguente nasce il loro primo figlio ma, il 6 novembre 1915, arriva la chiamata alle armi. Vivrà l’addestramento, la vita di trincea, la disfatta di Caporetto e poi la prigionia. Il fatto di essere un padre di famiglia è un sentimento fortissimo, che condizionerà tutta l’esperienza militare. Come lui erano in tanti; non era un ragazzo che partiva ma un uomo che costantemente scrive alla moglie lettere, tra l’altro, bellissime e appassionate.
Un diario che racconta di vicissitudini e dei vani tentativi di evitare la prima linea, di sopravvivere, la consapevolezza nel riconoscere quanto assurda sia la ricerca della gloria quando l’unico desiderio è di tornare a casa. La paura di essere additati come disertori solo per aver espresso dei dubbi, la mannaia della pena di decimazione: per un soldato che “disertava” dieci commilitoni venivano sorteggiati e fucilati. Storie di ragazzi gettati in prima linea per essere massacrati. Capitani coraggiosi mischiati fra ufficiali vigliacchi, comandanti inetti, soldati che cadono urlando e piangendo. E poi la prigionia, le sentinelle nemiche, malvagie, nei campi di detenzione. La guerra descritta con gli occhi di uomini semplici
Il libro si divide in tre parti: “Diario di guerra”, “Diario di prigionia” e “Lettere”. 
Descrizione

Riemerso dalla soffitta di famiglia, il Diario di Luciano De Simoni racconta in presa diretta il fronte e la prigionia durante la Grande Guerra. Testimonianza inedita di un soldato che rischia la vita a ogni folata di vento e dalla prima linea racconta con lucidità eroi ed errori, capitani coraggiosi e ufficiali incompetenti, commilitoni intrepidi o codardi. Così la penna diventa un coltello conficcato nel corpo della retorica di regime. Accompagna il diario e le lettere un ricco album fotografico.


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