di Pierangelo Colombo

giovedì 30 maggio 2019

Aspettando lo Strega; Fedeltà

Prosegue il nostro appuntamento con i libri finalisti del Premio Strega 2019; oggi prendiamo in esame Fedeltà, di Marco Missiroli, edito da Einaudi.


 «Che parola sbagliata, amante. Che parola sbagliata, tradimento».

Siamo sicuri che resistere a una tentazione significhi essere fedeli? E se quella rinuncia rappresentasse il tradimento della nostra indole piú profonda? La fedeltà è un'àncora che ci permette di non essere travolti nella tempesta, ma è anche lo specchio in cui ci cerchiamo ogni giorno sperando di riconoscerci. Marco Missiroli lo racconta andando al cuore dei suoi personaggi: lui, lei, l'altra, e l'altro. Noi stessi. Preparatevi a leggere la vostra storia.

Recensione tratta da Sololibri.it

Carlo e Margherita sono una coppia sposata da anni, si conoscono alla perfezione, ma entrambi hanno sogni di infedeltà, come nel film di Kubrick “Eyes Wide Shut”, tratto dal libro “Doppio sogno” di Schnitzler del 1925.
Anche in “Fedeltà” la voglia di sperimentare è molto forte. Carlo, che è un professore, segue addirittura una sua allieva fino al bagno, dove la ragazza sviene per l’ansia. Sofia, questo è il nome della ragazza, che farà pagare a caro prezzo a Carlo la debacle; per questa sua azione infatti verrà allontanato dall’insegnamento.
Margherita invece, sotto le mani del fisioterapista Andrea, immagina che le sue dita le facciano un messaggio erotico. Anche se non hanno consumato un adulterio vero e proprio, per il momento, i due sentono che stanno mentendo a loro stessi.
Dopo il licenziamento Carlo si deve arrangiare con lavoretti di fortuna, a causa di Sofia l’insegnamento gli è precluso. Margherita invece lo tradisce fisicamente con Andrea, un ragazzo bellissimo, che però ama più gli uomini che le donne, per ora si tratta di sole pulsioni omosessuali, ma arriverà col tempo a convivere con un altro uomo.
Nonostante tutto Carlo e Margherita hanno un’intesa sessuale come nei primi anni, si amano, ma non si bastano.
La lingua italiana di Marco Missiroli è a tratti confusa, come i sentimenti dei protagonisti che richiama e descrive. L’autore scrive in un italiano che i puristi potrebbero trovare grammaticalmente sbagliato, ma che invece è lo contraddistingue con un suo stile personale. Involuto, a volte piatto, a volte poetico.
La prima parte di “Fedeltà” è più muscolare e Missiroli spesso usa parole politicamente scorrette o proprio offensive, come ad esempio “frocio”, che viene ripetuta spesso. La seconda parte del libro è invece più delicata, soprattutto dopo che la madre di Margherita cade dalle scale e si rompe il femore. I bambini della coppia sono adorabili, il più grande ha già undici anni e sono molto preoccupati per la nonna amatissima.
Infine a Carlo non bastano le fantasie erotiche e incomincia a tradire sistematicamente Margherita con altre donne. Nel frattempo il fisioterapista conosce un uomo, Giorgio, con cui va a vivere e finiscono così per Margherita le uscite serali per un po’ di amore mercenario.
Missiroli non ha la cattiveria di un Laclos o il Goethe di “Affinità elettive”, spesso i dialoghi ricordano i vecchi Bolero e i Grand Hotel delle nostre mamme.
Nonostante le stroncature che ha ricevuto, Missiroli scrive pagine molto belle sul concetto misterioso di fedeltà. Il libro bello, ma irrisolto qualche volta nello stile. Ci sono pagine bellissime sul concetto di fedeltà tra moglie e marito o altri tipi di convivenza, che vanno oltre l’eterosessualità.



Marco Missiroli è nato a Rimini nel 1981 e vive e lavora a Milano. Con il suo primo romanzo, Senza coda (Fanucci,2005), ha vinto il Premio Campiello Opera Prima.
Guanda ha pubblicato i romanzi Il buio addosso (2007), Bianco (2009) e Il senso dell'elefante (2012; premio Selezione Campiello 2012, premio Vigevano e premio Bergamo). Per Feltrineli ha pubblicato Atti osceni in luogo privato (2015; Premio Mondello 2015). Scrive per il «Corriere della Sera». 

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