di Pierangelo Colombo

venerdì 10 maggio 2019

Il salone del libro; Luis Sepùlveda

Uno degli ospiti più attesi al Salone del libro, Luis Sepùlveda, ha incantato la platea parlando di come sono nate le sue favole, i personaggi. Storie fondate sui valori come l’amicizia, la lealtà, il rispetto per la natura e l’amore. Favole i cui personaggi principali sono animali. L’autore, infatti, ha parlato del profondo rapporto che ha con il regno animale, per l’amore viscerale verso quell’enorme gatto nero che, trovatello, aveva portato a casa con suo figlio e che diventò un compagno di vita per ben 12 anni. Tanto da diventare uno dei personaggi del popolare “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

“Pensavo un giorno di diventare uno scrittore che scriveva storie apprezzate dai lettori, ma non mi aspettavo che arrivassero in tutto il mondo. Io sono timido”, ha affermato. L’autore ha iniziato, infatti, a conquistare il pubblico con “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”  incamerando un successo editoriale dopo l’altro, con libri tradotti in ben 55 lingue. “Tutti abbiamo diritto di vivere in tutto il mondo, non in un solo paese”, ha dichiarato parlando della propria storia. Nato in Cile, Sepùlveda ha vissuto un’intensa stagione politica che lo ha portato ad essere carcerato durante il regime di Pinochet, costretto a lasciare il paese, l’autore ha viaggiato per l’America Latina prima, e l’Europa poi, finendo per stabilirsi in Spagna.

L’incontro al Salone del libro, è stata anche l’occasione per presentare la sua ultima favola: “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” edita da Guanda. Ambientato in Patagonia, regione dal clima rigido e ventoso, il racconto esalta la natura e gli esseri umani che, con tenacia, vi vivono.
“Ho sempre provato un grande fascino nei confronti delle balene” ha detto, “animali mitici e misteriosi e, nonostante siano pacifici, sono in pericolo perché cacciati dagli uomini”. La balena, protagonista della favola, riveste il ruolo di protettrice del mare razziato selvaggiamente dall’uomo straniero.

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