Tutt’altro che semplice
descrivere L’arte di essere fragili di Alessandro D’avenia, non che
l’opera sia di difficile lettura, ma per la varietà di contenuti che vi sono
trattati. Alessandro pone in primo piano una serie di interrogativi riguardanti
la vita di ciascun individuo in ogni fase della crescita: l’adolescenza, o arte
di sperare; la maturità; o arte di morire; la riparazione, o arte di essere
fragili; il morire, o arte di rinascere. Per ogni sezione l’autore propone un
epistolario con Giacomo Leopardi, nell’intento di scardinare le interpretazioni
tipiche sul poeta, ci invita a rileggere con altri occhi le sue opere, segnando
un punto di partenza per vedere con altri occhi il mondo.
Largo spazio è dedicato all’età
dell’adolescenza.
Chi narra sa che
il tempo ruota attorno a un nucleo, una sorgente, che non è l'inizio, è
semplicemente il centro, in relazione al quale il prima è preparazione e il
dopo affermazione. Una biografia assomiglia a una linea, ma una vita assomiglia
a una spirale, il centro rimane nella stessa posizione e i minuti gli si
arrotolano attorno, ora più vicini ora più lontani, in base alla fedeltà alla
propria originalità. Quel centro è il rapimento e l'adolescenza ne è lo
scrigno. (p. 24)
D'Avenia, ci mostra chiaramente l'importanza di scoprire quale sia
il proprio rapimento e, attraverso Leopardi, ci fa capire quanto esso sia
essenziale per la vita. A tale scopo sono analizzate diverse poesie tratte
dallo Zibaldone, tenendo sempre in considerazione la condizione dei nostri adolescenti.
Descrizione
"Esiste
un metodo per la felicità duratura? Si può imparare il faticoso mestiere di
vivere giorno per giorno in modo da farne addirittura un'arte della gioia
quotidiana?" Sono domande comuni, ognuno se le sarà poste decine di volte,
senza trovare risposte. Eppure la soluzione può raggiungerci, improvvisa,
grazie a qualcosa che ci accade, grazie a qualcuno. In queste pagine Alessandro
D'Avenia racconta il suo metodo per la felicità e l'incontro decisivo che
glielo ha rivelato: quello con Giacomo Leopardi. Leopardi è spesso
frettolosamente liquidato come pessimista e sfortunato. Fu invece un giovane
uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria
vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l'indifferenza e perfino
la derisione dei contemporanei. Nella sua vita e nei suoi versi, D'Avenia trova
folgorazioni e provocazioni, nostalgia ed energia vitale. E ne trae lo spunto
per rispondere ai tanti e cruciali interrogativi che da molti anni si sente
rivolgere da ragazzi di ogni parte d'Italia, tutti alla ricerca di se stessi e
di un senso profondo del vivere. Domande che sono poi le stesse dei personaggi
leopardiani: Saffo e il pastore errante, Nerina e Silvia, Cristoforo Colombo e
l'Islandese... Domande che non hanno risposte semplici, ma che, come una
bussola, se non le tacitiamo possono orientare la nostra esistenza.
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