Mi capita di riflettere sulle motivazioni che spingono l’uomo nella costante ricerca di nuovi mondi nell’universo. Mera curiosità scientifica? Ricerca di altre forme di vita? Nuovi pianeti da colonizzare? In tal caso viene da chiedersi se si tratterebbe di una fortuna o una catastrofe cosmica, considerando come abbiamo ridotto quella meraviglia che è il nostro pianeta. Chiediamoci se ci meritiamo un’occasione simile. Siamo parte di un sistema straordinario e nemmeno ci facciamo caso. Eppure basterebbe dare un’occhiata ai pianeti a noi vicini, del tutto inospitali, per renderci conto di quale inestimabile tesoro disponiamo. Apprezziamo un tramonto, un arcobaleno o un mare placido, ignorando completamente il miracolo che ogni istante caratterizza questo pianeta: La Vita. La Terra stessa è viva e lo dimostra ogni giorno.
Qualsiasi creatura con un briciolo di intelligenza o anche solo un granello di logica, ci considererebbe degli stolti votati all’autodistruzione. In nome di un falso progresso stiamo spremendo la Terra come fosse un limone, ne inquiniamo le acque e l’aria, ne sovvertiamo gli equilibri pagando poi con cataclismi climatici.
Fino a quando la Terra ci supporterà? Quando l’equilibrio invisibile che regola la natura accetterà la nostra stoltezza? Quando, scrollandosi, si sbarazzerà del parassita uomo?
Il libro che vorrei proporre oggi è LA FINE DEL MONDO STORTO, di Mauro Corona. Premio Bancarella 2011.
Qualsiasi creatura con un briciolo di intelligenza o anche solo un granello di logica, ci considererebbe degli stolti votati all’autodistruzione. In nome di un falso progresso stiamo spremendo la Terra come fosse un limone, ne inquiniamo le acque e l’aria, ne sovvertiamo gli equilibri pagando poi con cataclismi climatici.
Fino a quando la Terra ci supporterà? Quando l’equilibrio invisibile che regola la natura accetterà la nostra stoltezza? Quando, scrollandosi, si sbarazzerà del parassita uomo?
Il libro che vorrei proporre oggi è LA FINE DEL MONDO STORTO, di Mauro Corona. Premio Bancarella 2011.
Descrizione
Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie.
Gli uomini si guardano l'un l'altro. E ora come faranno?
La stagione gelida avanza e non ci sono termosifoni a scaldare, il cibo scarseggia, non c'è nemmeno più luce a illuminare le notti. Le città sono diventate un deserto silenzioso, senza traffico e senza gli schiamazzi e la musica dei locali.
Rapidamente gli uomini capiscono che se vogliono arrivare alla fine di quell'inverno di fame e paura, devono guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni che ancora erano in grado di fare le cose con le mani e ascoltavano la natura per cogliere i suoi insegnamenti.
Così, mentre un tempo duro e infame si abbatte sul mondo intero e i più deboli iniziano a cadere, quelli che resistono imparano ad accendere fuochi, cacciare gli animali, riconoscere le erbe che nutrono e quelle che guariscono.
Resi uguali dalla difficoltà estrema, gli uomini si incammineranno verso la possibilità di un futuro più giusto e pacifico, che arriverà insieme alla tanto attesa primavera.
Ma il destino del mondo è incerto, consegnato nelle mani incaute dell'uomo...
Mauro Corona ancora una volta stupisce costruendo un romanzo imprevedibile. Un racconto che spaventa, insegna ed emoziona, ma soprattutto lascia senza fiato per la sua implacabile e accorata denuncia di un futuro che ci aspetta.
Scheda libro
Editore: Mondadori
Collana: Scrittori italiani e stranieri
Anno edizione: 2010
Pagine: 160 p., Rilegato
EAN: 9788804603412
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