di Pierangelo Colombo

lunedì 26 marzo 2018

La Grande Guerra; Emilio Lussu



Emilio Lussu è nato il 4 dicembre 1890 ad Armungia, un piccolo paese in provincia di Cagliari. Laureato in giurisprudenza, è favorevole all’entrata in guerra contro l’Austria. La consapevolezza politica, dopo l’interventismo che ne ha caratterizzato il periodo studentesco, si forma sui fronti della Prima Guerra Mondiale, alla quale partecipa come capitano di fanteria della Brigata "Sassari". Vicenda da cui una intera generazione di contadini e pastori sardi, hanno formato la consapevolezza sulla propria condizione sociale. La Sardegna post-bellica è gravemente impoverita dal conflitto e 1921 fonda, assieme a Bellieni ed altri ex combattenti, il Partito Sardo d'Azione facendosi portatore delle istanze delle classi proletarie in un quadro di recupero della questione nazionale sarda. Lussu è eletto deputato nelle elezioni del 1921 e del 1923, durante l’ascesa del fascismo non valuta a pieno il pericolo di un dialogo con Mussolini. Tuttavia la posizione successiva è netta: antifascismo intransigente. Dopo il delitto Matteotti, partecipa alla «secessione aventiniana». Nel ’26 è dichiarato decaduto dal mandato parlamentare e viene perseguitato dai fascisti; aggredito in casa da squadristi è costretto ad uccidere uno degli assalitori. Assolto per legittima difesa viene, tuttavia, confinato a Lipari. Sull’isola conoscerà Carlo Rosselli. I due, assieme a Fausto Nitti, e grazie all'aiuto di Gioacchino Dolci e Paolo Fabbri, riescono ad evadere in motoscafo nel luglio del '29. Raggiunta Parigi si mettono in contatto con i fuorisciti guidati da Salvemini: nasce il movimento Giustizia e Libertà.
Dopo l'assassinio di Carlo Rosselli nel '37, eredita la guida del Movimento iniziando il periodo della "diplomazia clandestina", con l'aiuto dalla moglie Joyce. Nell'agosto del '43 rientra in Italia e fa confluire il movimento nel neonato Partito d’Azione e, assieme a Ugo La Malfa, regge il partito sino alla conclusione della guerra.
Lussu è deputato alla Costituente e senatore di diritto, oltre ad assumere l’incarico  di ministro nei governi Parri e De Gasperi. Il Partito d’Azione, però, si divide fra la corrente dei filosocialisti (riuniti intorno a Lussu) e la corrente filocentristi (guidati da La Malfa), Lussu abbandona per formare un gruppo che poi aderirà al PSI. Il 1964 segna la rottura con il PSI: la decisione di Nenni di entrare nel governo di centrosinistra a guida democristiana provoca la scissione che porta alla fondazione del PSIUP, una formazione che avrà vita breve, infatti, dopo la sconfitta elettorale aderirà al PCI, ma Lussu, coerentemente con la sua storia, rifiuta di confluire.
Muore a Roma nel 1975.

Fra le sue pubblicazioni: La catena, Baldini&Castoldi; Marcia su Roma e dintorni, Einaudi; Un anno sull'altipiano, Einaudi; La teoria dell'insurrezione, Jaka Book; Per l'Italia dall'esilio, Edizioni della Torre; Sul Partito d'azione e gli altri, Mursia; Il cinghiale del diavolo, Einaudi.



«Tra i libri sulla Prima guerra mondiale 
Un anno sull'Altipiano di Emilio Lussu è,
 per me, il piú bello».
Mario Rigoni Stern


"Un anno sull'Altipiano"  è stato scritto da Lussu (dietro consiglio dello storico Gaetano Salvemini) mentre era in convalescenza, in Svizzera, in seguito ad una malattia.
E' il 1936, la Prima Guerra Mondiale è lontana di quasi venti anni ma il mondo non ha imparato la lezione, visto che è sull'orlo della seconda, altrettanto tragica e dolorosa.

 Descrizione

L'Altipiano è quello di Asiago, l'anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un anno di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di "ozio e sangue", di "fango e cognac". Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una spietata requisitoria contro l'orrore della guerra senza toni polemici, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta di Caporetto.


In Un anno sull’altipiano è ben descritta l‘atroce quotidianità della guerra di trincea, tra il 1916 e il 1917. L’autore non chiede giudizi sulla guerra, ma rende una testimonianza attraverso cui comprendere l’entità dei dolorosi eventi di questa sciagura, vissuta in prima persona. Lussu, infatti, ha combattuto la prima guerra mondiale sull’altipiano di Asiago. Nel romanzo è molto ben descritto lo stato psicologico dei soldati, la paura che li perseguita, la loro angoscia nelle ore prima di un assalto. Un diario scritto con un linguaggio scorrevole, che racconta, nei più vividi dettagli, un anno di guerra. Con uno stile asciutto, intavola una richiesta di condanna morale contro le sevizie della guerra.



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