di Pierangelo Colombo

Rassegna stampa





































“Hirpu”: nel romanzo di Pierangelo Colombo valori e conflitti dell’animo umano

“Hirpu, il cacciatore” di Pierangelo Colombo, Porto Seguro editore, un romanzo etnografico a cui si aggiungono le forti emozioni, i conflitti d’animo e i valori spirituali che sono propri degli esseri umani.

 

Hirpu è un giovane cacciatore membro di una tribù celtica, abitante della Val di Susa.

Nel corso di una battuta di caccia, Hirpu, troppo magro per il clima rigido, lotta contro la sua debolezza fisica, l’inesperienza e un destino avverso. Le ambizioni di rivalsa agli occhi del rivale Brennu e dell’intero villaggio, scettici sulle capacità del giovane, e il desiderio di meritare in sposa l’amata Abala, la figlia del re della tribù, però lo spingono e lo incoraggiano. Disobbedendo agli ordini del capo spedizione, comincia una solitaria caccia a un magnifico esemplare di cervo, che lo porterà all’incontro inaspettato dell’esercito di Annibale, in discesa dal valico delle Alpi, e alla visione di strani animali molto grandi, gli elefanti, sconosciuti alle tribù alpine dell’epoca. Seguito e protetto a distanza da un vecchio lupo, in simbiosi con lui per il suo destino, Hirpu dovrà superare esperienze estreme per dimostrare che: “Il valore e la saggezza non sono misurabili dalle dimensioni del corpo, ma dalla grandezza dello spirito”.


Torna in libreria Pierangelo Colombo, che aveva già convinto il pubblico con 
Come Un Temporale Estivo(Porto Seguro editore 2022) vincitore de XXIII Premio Letterario IL LITORALE. Questa volta con una storia ambientata ai tempi delle Guerre Puniche, che vede protagonista un giovane celta, della tribù dei Graioceli, e il suo fatale incontro con Annibale.

Scorrendo le pagine di questo libro si è improvvisamente trasportati nella realtà storica di un antico popolo stanziato sulle Alpi, precisamente nelle valli di Lanzo e nel territorio del Moncenisio, che incuriosisce e affascina sin dalle prime battute. Stiamo parlando dei Graioceli, un piccolo popolo celtico originario dell’attuale Maurienne, che abitarono le valli a ridosso delle alpi Graie presumibilmente tra il III e il I secolo a.C. Considerando le scarne fonti tramandate sul tema, assume ancora più valore il lavoro di ricerca e stesura dell’opera svolto dall’autore, che con dovizia di particolari ci introduce alla scoperta di un idioma, di credenze e riti pressoché sconosciuti, le cui radici affondano nel nostro passato quasi a implorarne il risveglio e la preservazione.

Il suono delle parole celtiche inserite da Colombo nello scritto esercita una magia che si espande sulla linea del tempo. Tornano a vivere parole come pagu (clan), sagus(pesante mantello in spessa lana grezza e infeltrita), bug (lunga lancia), torque (collare mistico ritorto a ferro di cavallo), che permeate dagli odori, dai colori ed i rumori immortali delle Alpi, ricreano sapientemente l’atmosfera di questo popolo istruito a leggere nel volo degli uccelli o fra le viscere degli animali sacrificati i segni degli dèi. Gradatamente si palesa davanti agli occhi del lettore un nuovo capitolo del connubio tra Madre Natura, fonte dei sentimenti e delle passioni più autentiche, ed i suoi figli, in cui l’uomo trova conforto, in cui si specchia e si identifica alla ricerca della pace interiore. I bramiti ed i combattimenti che i cervi ingaggiano durante la stagione degli amori suscitano  perciò una vasta eco nella rivalità amorosa dei contendenti la figlia del re. Mentre il lupo, che improvvisamente appare durante l’esperienza solitaria del giovane cacciatore Hirpu, diviene la guida del suo viaggio iniziatico attraverso le foreste, i dirupi e le scoscese montagne. In perfetta sintonia con le credenze dei Celti, che consideravano il lupo portatore di una conoscenza che viene dal regno delle ombre.

Le vicende narrate registrano una impennata emotiva quando sul palcoscenico delle Alpi fanno la loro comparsa in assetto da guerra le truppe di Annibale, il più grande esercito mai visto dai Graioceli. E qui con bravura l’autore tratteggia e suscita lo stupore dei protagonisti e del lettore con questa efficace descrizione degli elefanti, capaci di rievocare con i loro barriti i racconti terrificanti degli anziani del villaggio, leggende di animali mitologici, spiriti mostruosi mandati dagli dèi degli inferi a dispensare morte e devastazione.

Improvvisamente ad essere minacciata non è solo la vita dei Graioceli, ma la sopravvivenza della loro identità culturale fondata sul culto degli dèi, i quali sembrano giocare con le loro vite: da abili cacciatori ora sono diventati fragili prede. Il giovane cacciatore Hirpu, Brennu suo rivale in amore, Artal e gli altri valorosi compagni di caccia, dopo avere affrontato innumerevoli pericoli, tradimenti e contrarietà di ogni genere, si troveranno costretti a compiere scelte difficili e alla fine dell’avventura si scopriranno intimamente cambiati.

La narrazione non presenta pause né voli pindarici, il lettore si ritrova a camminare con passo costante e armonico lungo sentieri che parlano delle difficoltà della vita, di ritmi antichi, di rapporti e sentimenti eterni. E scopre in queste pagine un immenso rifugio, in cui vorrà tornare più volte: per avere un contatto immediato e spontaneo con Madre Natura, per riflettere alla luce delle stelle e realizzare quella libertà che il mondo reale spesso nega, per avventurarsi in luoghi incontaminati che sollevano il velo su  stesso.


Scritto Domenica 28 maggio 2023 alle 13:05

Casatenovo: Colombo ottiene il 2°posto al premio Sermoneta


Va a Pierangelo Colombo di Casatenovo il secondo posto nel Premio Letterario Memorial Miriam Sermoneta.
Si sono ritrovati a Roma l'altro giorno gli autori finalisti, provenienti da diverse regioni italiane e riuniti per la premiazione dell'undicesima edizione del riconoscimento, svoltasi nel Palazzo Senatorio in Campidoglio.
La Sala Laudato sì è gremita quando inizia la cerimonia. Presentata la Giuria di qualità, l'organizzazione ha poi esposto l'antologia che racchiude tutte le opere premiate e il cui ricavato verrà devoluto in favore dell'associazione ''Il Sorriso di Mok Italia''.

Per la sezione narrativa, il primo posto è andato a Fabio Tittarelli di Roma, mentre il secondo posto è stato assegnato a Pierangelo Colombo di Casatenovo con il racconto ''Colpita in volo''.
Per l'autore brianzolo, impegnato nella promozione del suo ultimo libro, Hirpu, il cacciatore, Porto Seguro editore, è l'ennesima conferma che ne premia lo stile scorrevole e coinvolgente, confermato anche dal successo di gradimento e vendite ottenuto dal suo romanzo ''Come un temporale estivo'', Porto Seguro Editore, vincitore della XXIII edizione del premio Il Litorale.

Questa la motivazione della giuria: ''La scrittura è pulita e priva di sbavature, ogni parola è pensata e misurata, non un lamento, non un moto di stizza. Certi destini si accettano e basta. Colpisce come un pugno nello stomaco l'ultima frase della vecchia madre. Per nella malattia, non ha perso la lucidità per ferire ancora la figlia che prova, senza successo, a tenerle testa almeno una volta. Parafrasando i Pink Floyd: The dare side of the mom''.


Nuovo romanzo per l'autore casatese Pierangelo Colombo

''Hirpu, il cacciatore'' è il titolo del nuovo romanzo di Pierangelo Colombo, autore di Casatenovo, residente a Cassina de' Bracchi. Edito da Porto Seguro editore, il libro è stato presentato con un evento organizzato dalla sede di Milano dell'editore. Dopo la prima collaborazione con la Porto Seguro, con il romanzo di formazione ''Come un temporale estivo'', vincitore della XXIII^ edizione del Premio Il Litorale, l'autore ha dato alle stampe un nuovo lavoro, questa volta si tratta di un romanzo etnografico a cui si aggiungono le forti emozioni, i conflitti d'animo e i valori spirituali che sono propri degli esseri umani.

A destra Pierangelo Colombo, insignito del Premio San Giorgio nel 2018

Hirpu è un giovane cacciatore membro di una tribù celtica, abitanti della Val di Susa. Nel corso di una battuta di caccia, Hirpu, troppo magro per il clima rigido, lotta contro la sua debolezza fisica, l'inesperienza e un destino avverso. Le ambizioni di rivalsa agli occhi del rivale Brennu e dell'intero villaggio, scettici sulle capacità del giovane, e la voglia di meritare in sposa l'amata Abala, la figlia del re della tribù, però lo spingono e lo incoraggiano. Disubbidendo agli ordini del capo spedizione, comincia una solitaria caccia a un magnifico esemplare di cervo, che lo porterà all'incontro inaspettato dell'esercito di Annibale, in discesa dal valico delle Alpi, e alla visione di strani animali molto grandi, gli elefanti, sconosciuti alle tribù alpine dell'epoca. Seguito e protetto a distanza da un vecchio lupo, in simbiosi con lui per il suo destino, Hirpu dovrà superare esperienze estreme per dimostrare che: ''Il valore e la saggezza non sono misurabili dalle dimensioni del corpo, ma dalla grandezza dello spirito''.
Si tratta dell'ultima ''fatica letteraria'' per l'autore casatese, insignito nel 2018 del Premio San Giorgio alle Arti e alla Cultura promosso dall'Auditorium di Casatenovo con il Comune, la Pro Loco e Casateonline.





Correzzana: il casatese Pierangelo Colombo presenta il suo ultimo libro

Pierangelo Colombo
Leggero, colorato e introspettivo: sono questi i tre aggettivi con i quali Pierangelo Colombo, autore di ''Come un temporale estivo'', descrive il suo ultimo libro per ragazzi e adulti.
Accompagnato dall'editore della casa PortoSeguro, infatti, ieri sera lo scrittore casatese ha presentato al pubblico del Tijuana Bistrot di Correzzana la sua ultima fatica editoriale, spiegandone la trama, i temi e i vari spunti di riflessione e catturando l'attenzione dei presenti sin dalle prime affermazioni.
Il libro racconta infatti la storia di Laura, una ragazza di quindici anni in un'odiata vacanza con i genitori. È irascibile, polemica, annoiata e fa di tutto per farlo pesare. Preferirebbe trovarsi in qualsiasi altro angolo del mondo piuttosto che con i suoi due vecchi in un paesello sperduto sulle montagne a poche ora da casa. Dopo i primi giorni di tedio, però, conosce due ragazzi, adolescenti anch'essi, due ragazzi fuori dal comune, del tutto differenti dei coetanei che abitualmente frequenta in città. Il primo con cui stringe amicizia è Marco, timido e frenetico è da subito giudicato "Strano forte", successivamente conosce Red, stravagante quanto misterioso. Nonostante siano l'uno l'antitesi dell'altro, fra i tre nasce un affiatamento che lascia stupita Laura. Il loro è un rapporto basato sulla naturalezza, tanto che la ragazza vi si trova inclusa senza alcuna difficoltà. Nel tempo che trascorrono assieme imparano a conoscersi, scherzano, raccontano sogni e paure. Red, però, ha un segreto che nasconde dietro la propria bizzarria. Segreto che, una volta rivelato a Laura, la sconvolgerà a tal punto da farle vacillare quella che credeva essere delle certezze, dei punti saldi nella propria vita. Una tempesta d'emozioni che investe la ragazza lasciandola confusa, non si riconosce più nella vecchia Laura trovandosi così smarrita. L'arrivo poi di Miriam, la cugina venerata, getta ancor più scompiglio nell'animo della ragazza, che ora vede il mondo attraverso occhi diversi, rivalutando non solo il comportamento egocentrico della cugina, ma anche il proprio modo d'essere.
"Il titolo è un po' una metafora dello stato d'animo con cui la protagonista, Laura, una ragazza adolescente, affronta la vacanza con i genitori. Poiché inserita in un ambiente particolarmente selettivo, infatti, già pensa a quando, a settembre, tornerà a scuola e verrà a sapere che tutti avranno passato l'estate alle Canarie, alle Seychelles e a Ibiza, mentre lei sarà l'unica a essere stata in un piccolo paesino di montagna. La cosa la rende arrabbiata, insofferente e molto annoiata, anche nei confronti dei suoi stessi genitori" ha esordito Colombo presentando la situazione iniziale da cui prende avvio la vicenda, "Per fortuna, però, dopo i primi giorni di noia, conosce due ragazzi: il primo è Marco, un ragazzo timido e chiuso ma frenetico, con degli orari stabiliti e sempre di corsa, fuori dal comune e diverso dai coetanei che frequenta in città; il secondo, invece, è Red, anche lui del tutto diverso in quanto ragazzo estroverso, dai tanti grilli per la testa e con tanta voglia di fare... insomma, movimenta un po' la compagnia. Tutti e tre, pur essendo l'uno l'antitesi dell'altro, riescono a formare un'amicizia totalmente insolita per Laura, per nulla abituata a sentire un legame così forte con i coetanei della sua età. Nell'ambiente in cui è inserita la ragazza, infatti, manca metaforicamente il silenzio, mentre lì in montagna c'è la possibilità di ascoltarsi, di comunicare e per questo di conoscersi".

Pierangelo Colombo e l'editore durante la chiacchierata

Le domande dell'editore hanno scandito schematicamente la presentazione del volume, che è quindi risultata scorrevole e incalzante. Colonna portante della conferenza è stata la riflessione sulla diversità, diffusamente trattata dall'autore: "L'unicità è un valore e ognuno, come individuo, è irripetibile. Se ne accorge molto Laura durante questa vacanza, perché c'è un tratto in cui pensa: "Ma se io Marco e Red li avessi conosciuti nel mio ambiente, cioè a casa mia, a scuola, come mi sarei comportata? Sarei diventata lo stesso loro amica oppure, essendo oramai in un branco e omologata in un gruppo, li avrei - forse non respinti, ma sarei rimasta nel mio gruppo canzonandoli o dando loro delle etichette?". Laura riesce a fare questa amicizia perché è isolata, si trova in un paesino di montagna in cui tutti e tre accantonano il cellulare - non perché non ci sia la rete, ma perché tra loro si trovano talmente bene da dimenticarsi di averlo, ma ma se fosse stata nel suo ambiente, in cuor suo sa che probabilmente non sarebbe riuscita ad accogliere e ad apprezzare questi spunti di diversità, dati dal modo di approcciarsi agli altri, di ascoltarsi, di porsi nei confronti della natura e delle proprie passioni, privo di aggressività e giudizio da parte di Marco e Red ma che probabilmente, nel suo gruppo di città, avrebbe respinto" ha spiegato, a questo proposito.
Nella vita di un adolescente, poi, oltre agli amici, hanno un ruolo predominante anche i genitori. "C'è un momento in particolare in cui Laura dice che in loro vede "tutto ciò che lei non vorrebbe essere": nell'età della fanciullezza, infatti, i genitori sono considerati punto focale e un esempio da seguire, ma quando poi si entra nell'adolescenza si inizia a cercare la propria personalità e quindi a staccarsi da loro. È per questo che Laura vede solo i lati negativi" ha infatti proseguito, introducendo l'altro tema importante affrontato nella narrazione. "Vero è anche, però, che inconsciamente la ragazza sente ancora il bisogno di loro. Quando una sera, riflettendo sul rapporto con Red e Marco, si rende conto della sua grandezza e profondità, sente la necessità di rendere partecipi anche i genitori di questa cosa. Lei sa, però, che sono persone particolarmente selettive, e sentendosi il top di gamma della specie umana, sicuramente avranno da ridire e giudicheranno negativamente i suoi due nuovi amici, e decide di non dire nulla. Si crea così un muro, una barriera difensiva contro di loro, per sfuggire alle loro aspettative" ha aggiunto.

La presentazione, poi, si è conclusa proprio con la spiegazione della citazione riportata a inizio libro, particolarmente indicata per il tema trattato: "Ci sono soltanto due lasciti durevoli che possiamo sperare di dare ai nostri figli, uno sono le radici, l'altro le ali". "Anche grazie all'esperienza con mia figlia, quando era adolescente, mi sono reso conto dei diversi metodi di approccio ai problemi che i ragazzi e gli adulti hanno nei confronti di questa età. Sembra che una volta usciti dall'adolescenza ci si ricordi solo del positivo e della gioventù andata, e ci si dimentichi invece della sofferenza e del travaglio emotivo e interiore che invece caratterizzano quel periodo, portando quindi a minimizzare ciò che invece un ragazzo vive. Per questo capirsi diventa difficile" racconta infatti Colombo, "Il mondo di un adolescente e quello di un adulto sono diversi, perché il primo ha l'energia, la positività e la voglia di mettersi in gioco, il secondo ha invece l'esperienza. Allora penso che questa frase voglia invitare proprio, nonostante la distanza, a fornire ai propri figli la conoscenza, ma anche le ali perché siano poi loro, grazie a ciò che abbiamo dato, a fare la loro vita e le loro esperienze".
L'esposizione si è quindi chiusa con uno spazio per le domande dei presenti, che hanno mostrato grande interesse e partecipazione. È stato inoltre possibile acquistare delle copie del libro, disponibile anche online e nella propria libreria di fiducia.

G. G.


Intervista su Radio Cantù nella rubrica I libri parlano, condotta mirabilmente da Salvatore Colajanni e andata in onda Sabato 9 ottobre. 




Intervista per la pubblicazione di Come un temporale estivo.

Casatenovo: nel nuovo libro di Pierangelo Colombo la vita in evoluzione dell'adolescente Laura




Casatenovo
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È in dirittura d'arrivo su tutte le piattaforme digitali e in libreria ''Come un temporale estivo'', il nuovo libro dell'autore casatese Pierangelo Colombo. Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio San Giorgio nel 2018, e autore di racconti brevi, il ''narrastorie con gli scarponi'' - così si definisce - in un'intervista ci ha raccontato la sua ultima opera.

Pierangelo Colombo in un'immagine di qualche anno fa

-Prima di parlare del suo nuovo libro, inizierei con qualche domanda su di lei e sul suo percorso per presentarla ai lettori: dove è nato? Quando? C'è qualche episodio della sua infanzia che l'ha guidato nella scelta di diventare scrittore?

Sono nato a Monza nel lontano ‘70, l'anno che cambiò il rock per sempre. Musica e letteratura sono due passioni che hanno accompagnato la mia crescita. Da scolaro svogliato esprimevo il classico modello di: "L'alunno ha il potenziale ma non si applica"; l'unica materia in grado di attirare il mio interesse era narrativa. Al contrario dei miei compagni, che prediligevano educazione fisica per dar sfogo all'energia accumulata, io, da pigro irriducibile, amavo lasciar correre la fantasia. Amore, quello per i libri, scoccato leggendo Il buio oltre la siepe, di Harper Lee. Credo sia nata proprio fra quelle pagine la passione per la scrittura che, tuttavia, è rimasta latente sino all'età adulta quando, grazie a una macchina da scrivere regalatami, ho iniziato a mettere per iscritto le storie che gironzolavano per la testa. Un inizio senza pretese, scrivevo racconti brevi che incontravano il favore di parenti e amici, ma non essendo questi un pubblico obbiettivo, ho deciso d'inviare gli elaborati a dei concorsi letterari, così da ricevere un giudizio critico. Il primo successo è arrivato nel 2007 vincendo il mio primo premio a livello nazionale a Roma. Essendo un autore insicuro non ho mai smesso di mettermi alla prova, cercando sempre la conferma del lavoro svolto attraverso il giudizio delle Giurie. Nel corso degli anni ho ricevuto diversi riconoscimenti, tanto da spingermi a pubblicare tre antologie di racconti e un libro di narrativa per ragazzi. Volumi autopubblicati e distribuiti attraverso il circuito della Feltrinelli. Fra questi anche la prima versione di Come un temporale estivo, stampato in alcune copie diciamo ‘pilota' con il titolo provvisorio di Il lago delle fate, che ho distribuito per raccogliere dei giudizi e, viste le reazioni positive, ho pensato di proporlo ad alcuni editori.

-Da quando ''Come un temporale'' estivo sarà disponibile al pubblico? Quale editore si è occupato della pubblicazione?

Il volume sarà acquistabile su tutte le piattaforme online dai primi di ottobre, oppure richiedendolo al proprio libraio di fiducia. L'editore con cui collaboro, poi, è Porto Seguro Editore; è il primo libro che pubblico con una casa editrice, decisione nata constatando le difficoltà, per un autore, nel seguire autonomamente tutto ciò che concerne la distribuzione o la promozione, così come per l'editing e il lavoro grafico. Meglio affidarsi a dei professionisti.

La presentazione del libro ''Come un temporale estivo'' a Milano

-Il libro, che si apre con l'esperienza di un'odiata vacanza con i genitori, parla della storia di Laura, un'adolescente che, in quanto tale, inizia a confrontarsi (non senza una buona dose di conflitti) con gli adulti che la circondano, con i coetanei e specialmente con se stessa: sono proprio gli incontri con Marco e soprattutto Red, due ragazzi "fuori dal comune", e con Miriam, la "venerata cugina", che le faranno mettere in discussione le sue certezze e i punti saldi della sua vita. In che modo il titolo si concilia con la trama? C'è una spiegazione univoca o spetta al lettore cercare di intuirla?

Il titolo è una metafora che ben rappresenta la vacanza vissuta dalla protagonista. Un'esperienza che, come un temporale, si preannuncia con un cielo cupo, una buriana di venti, tuoni e fulmini. Laura, infatti, ha quindici anni e vive questa vacanza come l'ultima costrizione impostale dai genitori. È irascibile, polemica, annoiata e fa di tutto per farlo pesare. Fortunatamente, dopo i primi giorni di tedio, Laura conosce due ragazzi, anch'essi adolescenti, del tutto diversi dai coetanei che abitualmente frequenta in città. Prima fa amicizia con Marco, timido, frenetico, appassionato di botanica che, a un primo approccio, Laura definisce come "Strano forte", poi arriva Red, stravagante quanto misterioso. Seppur l'uno sia l'antitesi dell'altro, fra i tre nasce un affiatamento straordinario, che stupirà Laura assuefatta a dei rapporti basati sull'apparire, dove il dialogo è unilaterale e non contempla l'ascolto dell'altro. I tre, invece, imparano a conoscersi vivendo un rapporto basato sulla spontaneità, senza il timore del giudizio. Red, però, ha un segreto che nasconde dietro la propria esuberanza, segreto che, una volta rivelato a Laura, la sconvolgerà a tal punto da sentire vacillare quelle che credeva essere delle certezze, dei punti saldi nella propria vita. Una tempesta di emozioni che investe la ragazza lasciandola confusa, non riconoscendosi più in quella di prima si sente smarrita. L'arrivo di Miriam poi, la cugina che Laura venera invidiandone l'indipendenza, porterà ancor più scompiglio nello stato d'animo della ragazza che, vedendo ora il mondo con occhi differenti, riconsidera non solo il comportamento egocentrico della cugina, ma anche il proprio modo di essere. Come dopo ogni tempesta il cielo torna limpido, così anche questa tempesta squarcia le tenebre illuminando l'anima di Laura, mostrandole i suoi tanti difetti, ma anche il modo per cambiare.

-"Laura è alla ricerca di se stessa, di una personalità ancora da formare e di ciò che vorrebbe diventare" ha spiegato in altre occasioni. Questo fa di lei un personaggio tutto da scoprire, che si presta a più interpretazioni e con il quale il lettore si può immedesimare. È corretto?

Sì, Laura, come tutti gli adolescenti, vorrebbe scostarsi dall'ombra dei propri genitori che sente ingombrante, pronta ad affrontare il mondo mal sopporta d'essere trattata da bambina. L'adolescenza è quel volo che, dal trampolino della fanciullezza, ci tuffa nel mare dell'età adulta; un volo che pare senza fine e ci mostra fragilità e paure. L'adolescente è in balia d'emozioni che fatica a razionalizzare, altalenando fra il senso d'inadeguatezza e l'arroganza del credere d'aver scoperto i segreti dell'universo. Per questo Laura ci mostra diverse sfaccettature del proprio carattere che, ancora acerbo, deve prendere forma. Il rapporto conflittuale con la madre è così aspro da indurla persino a sovvertire le proprie convinzioni, pur di dare torto alla genitrice, eppure prova del senso di colpa sapendo d'essere esasperante. Muore dalla voglia di farsi maggiorenne e "cantando l'alleluia andarsene da casa", ma prova il desiderio di confidare ai genitori l'esperienza d'amicizia che sta vivendo. Una volta adulti tendiamo a rimuovere il travaglio interiore saggiato in questo periodo di transito che è l'adolescenza, minimizzando quei problemi che, per chi li vive, sembrano insormontabili. Per questo credo che, immedesimandosi nella protagonista, i genitori possano risvegliare quella delicatezza necessaria a comprendere il comportamento dei propri figli, ritrovando così un linguaggio condiviso.

-Ogni personaggio ha la sua funzione, il suo ruolo all'interno del libro e soprattutto della vita di Laura. Quali sono allora i temi che vengono trattati nella narrazione?

Gli argomenti sono molteplici, dal conflitto generazionale fra figli e genitori al senso dell'amicizia, dell'essere piuttosto che
dell'apparire, tuttavia, il fulcro di questo racconto è l'incontro di una ragazza di oggi con la diversità, espressa in svariate forme, facendoci ricordare quanto ogni persona sia un essere unico. Laura stessa, dopo aver conosciuto la bizzarra unicità di Marco e Red, si chiede come si sarebbe comportata nei loro confronti in un altro contesto, immersa nel conformismo del proprio branco da che parte si sarebbe schierata? Da chi deride o chi protegge? Chi esclude a priori colui che non si uniforma o chi crea un ponte di collegamento?

-Si tratta allora di temi sempre attuali. Cosa mi può dire invece dell'ambientazione del libro? Ha un significato preciso? La contrapposizione città-montagna può essere vista come la rappresentazione fisica del contrasto fra ciò a cui Laura è ancorata e le nuove esperienze che la portano a riflettere su se stessa?

Da sempre la montagna è l'icona della meditazione, il contatto con la natura. La semplicità che caratterizza il piccolo borgo, descritto nella storia, rappresenta lo sgravare del superfluo, la quotidianità, il soffermarsi sull'essenziale, su ciò che realmente ha valore: i sentimenti, le emozioni che, molto spesso, sono messi in ombra. Laura arriva dalla città con un carico pesante: l'abitudine a uniformarsi ai coetanei, preordinare le parole da dire così da non rischiare inciampi, colmare il vuoto nei discorsi con scurrilità o insulti, focalizzare il pensiero costantemente sull'apparire sentendosi perennemente sotto esame. Conoscendo la straordinaria semplicità di Marco, Laura inizia ad alleggerirsi da quel carico saggiando la leggerezza del sentirsi libera. Libera d'essere se stessa, di parlare apertamente senza paure e, soprattutto, cambia modo di guardare il mondo sostituendo al giudizio lo stupore. Un giorno Marco, nella sua disarmante naturalezza, ha detto: "L'unico pesce che segue la corrente è il pesce morto". Rinunciare alle propria personalità, soffocandola per omologarsi al pensiero unico, equivale a lasciarsi morire dentro.

-Qual è, allora, il messaggio che questo libro esprime?

Sicuramente il valore dell'unicità, ma anche quello di saper ascoltare. Nel silenzio della montagna Laura impara a stare in ascolto; pratica in disuso nella società attuale. Sembra un paradosso, mai come oggi l'uomo ha avuto a disposizione tanti mezzi che facilitano l'interazione: canali social, telefonia, una sterminata rete mediatica, eppure la comunicazione sembra essere a senso unico, si è persa l'abitudine dell'ascolto e quindi dell'apprendere, inteso come comprendere. Lacuna che facilita l'alzata di muri piuttosto che in sano dibattito. Ascoltare, e quindi comprendere l'altro, è indispensabile per la formazione di un altro inestimabile sentimento: l'empatia.

-Come mai ha deciso di trattare proprio questo argomento? Da dove deriva l'ispirazione? Si tratta esclusivamente di un prodotto della sua fantasia o c'è una componente biografica, anche non personale?

La storia di Laura è germinata lentamente. Ha iniziato ad attecchire osservando i comportamenti o, meglio, conflitti fra genitori e figli adolescenti. Scontri perlopiù basati sulla mancanza di un ascolto reciproco. L'assenza di un lessico comune produce incomprensioni, attriti e quindi allontanamento. Il linguaggio, la comunicazione possono essere un ponte che ricongiunge la voglia di emanciparsi dei ragazzi con l'esperienza dei genitori, ma per costruire questo ponte occorre un ascolto alla pari, senza pregiudizi. A questo si è andata ad aggiungere la deriva individualistica della nostra società, dove il desiderio di successo ha demolito quella che considero la più generosa delle nostre emozioni: l'empatia. Perdendo questo metro di giudizio togliamo valore all'essere umano, alla vita la dignità. L'importanza dell'unicità di ogni individuo dovrebbe portarci a considerarlo insostituibile, non un numero. Da questo è nato Come un temporale estivo.

Il conferimento del Premio San Giorgio nel 2018

-Come Laura impara qualcosa di diverso da ogni persona che incontra, anche noi nella nostra vita abbiamo sempre da apprendere dagli altri, e soprattutto, come lei, non smettiamo mai di crescere e di scoprire noi stessi. Si può dire che siamo tutti un po' Laura?

Sicuramente. Laura non è una eroina, è una persona fragile, piena d'insicurezze e contraddizioni. Pronta ad innamorarsi provando la sensazione delle farfalle nello stomaco, ma anche odiare per le delusioni. Spesso sbaglia, sa di farlo, vorrebbe cambiare, ma il cammino è lungo e faticoso, tuttavia lo affronta con forza perché l'aspirazione è quella di migliorarsi. Pregi e difetti che albergano in tutti noi, rendendoci per questo degli esseri ‘umani'.

-È corretto definire questo libro un romanzo di formazione?

Credo di sì, anche se la vicenda si svolge nel lasso di una vacanza. Tre settimane, tuttavia, che bastano a Laura per saggiare una serie di esperienze ed emozioni che forse non la cambieranno, ma da cui ne uscirà certamente più matura.

-A chi è rivolto, allora? C'è un target al quale ha fatto riferimento nella composizione?

Il libro è dedicato all'adolescenza, ma anche al ruolo dei genitori. Attraverso le vicende dei tre ragazzi ho cercato di porre l'attenzione sul disagio giovanile provato nella delicata ricerca di una propria personalità. Usando lo stesso linguaggio degli adolescenti, ho cercato di rendere comprensibile agli adulti una realtà ormai lontana, sentimenti, paure e angosce che, superato il passaggio alla maturità, sembrano essere stati rimossi dalla memoria impedendo, così, di poter comprendere pienamente il comportamento dei propri figli. Citando H. Carter, "Ci sono soltanto due lasciti durevoli che possiamo sperare di dare ai nostri figli: uno sono le radici, l'altro le ali".

-Parliamo invece di cosa questo libro ha significato per lei: sempre in ambito di composizione, quando si stende un personaggio, in un certo senso, ci si immedesima in lui. Quanto è difficile questo processo se la vita che si sta disegnando è così diversa da quella che invece si vive?

Credo che per delineare un personaggio rendendolo ‘reale' sia importante l'uso dell'empatia. Nel corso della vita, anche se non ci badiamo, incontriamo un numero enorme di persone, di ogni foggia e carattere. L'osservazione attenta fa emergere piccoli dettagli, vezzi, comportamenti inusuali. Esercitarsi a vestire i loro panni, immaginandone i pensieri, i sentimenti, le reazioni, è un ottimo esercizio che aiuta poi a dare un corpo al personaggio che si vuole creare.

-Si può dire che scrivere un libro, per questo motivo o per altri, aiuti anche a scoprire e a conoscere anche se stessi?

Uno dei consigli indirizzati a chi vuole diventare autore è: scrivi di ciò che sai. Difficile descrivere il freddo o la fame se non li si è saggiati, si rischia di far affiorare un senso di fasullo. Con questo non intendo dire che bisogna per forza di cose provare tutte le esperienze della vita, anche perché una sola non basterebbe, ma per quel che concerne i sentimenti, quelli sì, devono essere i più sinceri possibili, e per avere questo occorre scavare a fondo in noi stessi.

-Cosa rappresenta per lei questo libro?

Scrivere un racconto, un libro è come generare un figlio, parte dal concepimento dell'idea, la sua nascita, la crescita fino a prendere forma materiale. Arriva poi il giorno della pubblicazione, della sua maturità. Se ne andrà in giro, se sarò fortunato sarà letto da persone che probabilmente non conoscerò mai, forse darà loro uno spunto di riflessione, un momento di sollievo e spensieratezza. E ovunque andrà, proprio come un figlio, porterà dentro di sé, fra le sue righe, qualcosa di mio.

Pierangelo Colombo ha quindi concluso l'intervista con l'anticipazione di una presentazione di ''Come un temporale estivo'' proprio qui nel casatese e con l'annuncio di un prossimo libro in cantiere, dal titolo La volpe che voleva toccare le stelle, che, presentato come inedito al premio Città di Siena rientrando fra i finalisti, si è classificato secondo.

Giulia Guddemi



*Premiazione della VII ed. Premio Letterario Nazionale Giotto colle Vespignano.*

Pierangelo Colombo si aggiudica il primo premio nella sezione Racconti.



Estratto dal servizio della rubrica INCONTRI CON L'ARTE condotta da Fabrizio Borghini, in onda su Toscana TV.


Servizio integrale.




Casatenovo: a Pierangelo Colombo e Alessandro La Ciacera il Premio San Giorgio

Casatenovo Martedì 24 aprile 2018

I membri della giuria insieme ai musicisti, ai premiati e alle autorità

Musica, festa e tanta emozione, per celebrare insieme le arti e la cultura. Si è svolta ieri sera, lunedì, la cerimonia di consegna del Premio San Giorgio alle Arti e alla Cultura, edizione 2018.
Sconcert Duo
Emilio Sanvittore con l'assessore Marta Picchi

Nato su iniziativa dei volontari dell'Auditorium in collaborazione con l'assessorato alla cultura del comune di Casatenovo, della Pro Loco e di Casateonline, il Premio si pone l'obiettivo di rendere merito ai cittadini casatesi che si sono distinti nel panorama delle arti e della cultura, a livello locale o internazionale.
"Lo scopo è ringraziare queste persone per ciò che hanno fatto. La cultura è davvero importante e ci sono tantissime persone che si spendono con energia e passione", ha ricordato Emilio Sanvittore.


È stato lui a presentare la serata di musica e festa, accogliendo dal palco dell'Auditorium di Casatenovo tutto il pubblico presente: assessori e consiglieri dell'amministrazione comunale, con il sindaco Filippo Galbiati e il vicesindaco Marta Comi, il parroco e prevosto casatese don Antonio Bonacina con gli altri sacerdoti e religiosi della comunità pastorale, rappresentanti delle varie associazioni casatesi, volontari dell'Auditorium e altri organizzatori del premio.

VIDEO - L'accompagnamento musicale di Sconcert Duo


Giunto alla seconda edizione, il Premio San Giorgio ha mantenuto anche per quest'estate la stessa formula dell'edizione 2017: i cittadini casatesi sono stati invitati a segnalare il nome di un casatese - per nascita o "adozione" - che nel corso della sua vita si è particolarmente distinto nelle arti e nella cultura. Tantissime le segnalazioni giunte all'attenzione giuria - composta dal prevosto casatese don Antonio Bonacina, dall'assessore alla cultura Marta Picchi, dalla presidentessa della Pro Loco Rosa Adele Galbiati, dal direttore dell'Auditorium Massimo Locati con i volontari Alberto Butti e Vincenzo Villa e da Laura Vergani di Casateonline -, che ha scelto come vincitori dell'edizione 2018 Alessandro La Ciacera e Pierangelo Colombo.

Il sindaco Filippo Galbiati

"Il lavoro della giuria è stato molto interessante perché si scoprono anche persone o curiosità sui casatesi che magari non sono note a tutti" ha spiegato l'assessore Picchi, invitata sul palco per illustrare l'operato della giuria.
Ad annunciare i vincitori ed allietare tutto il pubblico presente anche la musica di Luca Meneghello alla chitarra e Alyona Afonichkina, al violino. "Loro sono gli Sconcert Duo. Unendo le dieci corde dei loro strumenti sanno creare emozioni incredibili", ha ricordato Sanvittore, annunciandoli sul palco.
Poi, il cuore della serata, il momento della premiazione. "Il Premio San Giorgio è un'intuizione importante. Una comunità ha sempre bisogno di queste iniziative. La sua vita può essere fatta di alti e bassi ma sono convinto che una comunità abbia sempre bisogno di costruire la sua identità positiva nelle relazione e di mettere al centro della propria riflessione il valore, che c'è nei nostri paesi, per farsi obiettivo di crescita e progresso, anche ricordando che le persone importanti qui ci sono e sono di esempio anche per i più giovani", le parole del sindaco Galbiati che ha ricordato e salutato i vincitori dello scorso anno - il maestro Massimo Mazza e Nino Molteni - e tutti gli organizzatori, per poi consegnare il Premio nelle mani del musicista, oggi vice-organista del Duomo di Milano, Alessandro La Ciacera.
"Grazie a tutti voi e chi è stato importante per me nella mia educazione musicale: la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto e anche i primi studi musicali alla Scuola di Musica di Casatenovo con il maestro Mazza. Li ho trovato un'equilibrata severità e ho capito fin da piccolo che la musica era una cosa seria e andava studiata con impegno"
, ha ricordato La Ciacera. "Grazie anche alla corale di Rogoredo, che vedo qui numerosa, con cui ho imparato fin da ragazzo la professione sul campo e che mi ha supportato fin da piccolo".
Alessandro La Ciacera e sotto il conferimento del premio dal primo cittadino Galbiati

Poi, una dedica. "Oltre che a me stesso, vorrei dedicare il premio a tutti coloro che ho citato, agli studenti della scuola di musica, che viene premiata idealmente per la seconda volta. È importante credere nello studio delle arti, spesso non si pensa al musicista come professione, ma il mondo ha bisogno anche di questo", ha concluso, ricevendo il Premio. "Si tratta di una scultura di un artista casatese, Matteo Emilio Fossati, classe 1973. È in ceramica raku e riporta le prime lettere del nome di San Giorgio in greco. Nell'iconografia medievale San Giorgio è il bene che sconfigge il male. In questa scultura si rappresenta la cultura che è come una lancia con l'uomo sconfigge l'ignoranza e la brutalità", ha spiegato Sanvittore, chiamando poi sul palco il parroco e prevosto don Antonio Bonacina.
È stato lui a consegnare il Premio nelle mani dello scrittore di racconti brevi e romanzi Pierangelo Colombo, dopo aver letto la motivazione della giuria ed essersi complimentato con lui. "Grazie a chi mi ha segnalato e alla commissione", le parole di Colombo. "Quando si scrive si crea un racconto che poi ha una vita propria, imprevedibile. Verrò letto da persone che non conoscerò ma che spero di emozionare, spero che ne traggano piacere e riflessione. L'obiettivo è quello di creare empatia per dare al lettore una nuova prospettiva e una nuova visione, per cancellare le barriere e i preconcetti", ha proseguito, raccontando della nascita dei suoi racconti e personaggi.
Il parroco don Antonio Bonacina
Pierangelo Colombo

"Non so perché ho iniziato a scrivere: per lasciare qualcosa di me, per un complesso di Erostrato o per lasciare emozione. Si dice sempre ‘scrivi di ciò che sai', e per scrivere di sentimenti dunque, devo averne vissuto e ciò lo devo soprattutto a mia moglie e mia figlia che mi hanno fatto vivere emozioni straordinarie".

VIDEO - La premiazione di Pierangelo Colombo


Prima della conclusione della serata, una sorpresa per tutti. Angela Lissoni, volontaria dell'Auditorium, accompagnata dalla notte degli Sconcert Duo ha dato voce ad un racconto di Pierangelo Colombo, scritto appositamente per l'occasione e intitolato "Stregata dalla musica".

Gli studenti dell'istituto Graziella Fumagalli che hanno preparato il buffet finale

Scroscianti gli applausi che hanno salutato i due premiati e gli Sconcert Duo.
"Ogni idea, per essere trasformata in azione, ha bisogno di un aiuto. Grazie a tutti coloro che hanno organizzato la serata e a tutti voi e a tutti i volontari per rendere questo luogo vivo e importante per la cultura casatese", ha concluso Sanvittore.
La volontaria dell'Auditorium, Angela Lissoni

 

 

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Casatenovo: a poche ore dalla consegna del Premio San Giorgio intervista a Pierangelo Colombo e Alessandro La Ciacera, i vincitori della 2°edizione

Casatenovo Lunedì 23 aprile 2018 alle 17:27
Tutto pronto per la cerimonia di consegna del Premio San Giorgio alle Arti e alla Cultura. Questa sera presso l'Auditorium di Casatenovo saliranno sul palco Pierangelo Colombo e Alessandro La Ciacera, i vincitori di questa seconda edizione del riconoscimento promosso dall'Auditorium in collaborazione con il Comune, la Pro loco e Casateonline.
La manifestazione prenderà il via alle ore 21, presentata da Emilio Sanvittore e con interventi musicali di "Sconcert Duo", mentre al termine della serata, sarà possibile brindare insieme ai premiati grazie al buffet preparato da studenti e professori dell'Istituto Graziella Fumagalli di Casatenovo.
 L'Auditorium di Casatenovo

Colombo e La Ciacera sono stati scelti da una giuria ad hoc, che ha vagliato le tantissime segnalazione giunte dai cittadini casatesi. Il primo, residente a Cascina Bracchi, è artigiano di professione ma scrittore per passione. Grazie alle sue opere ha ottenuto premi e riconoscimenti, tra cui anche una medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati ricevuta durante il concorso internazionale San Maurilio di Ferrara e il premio letterario nazionale Voci Verdi. Alessandro La Ciacera invece, cresciuto a Rogoredo, è oggi il vice-organista del Duomo di Milano. E proprio a Casatenovo, presso la Civica Scuola di Musica casatese, ha mosso i primi passi nel mondo della musica fino a diplomarsi a pieni voti in Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio Verdi di Milano.

Conosciamoli meglio nelle interviste che abbiamo realizzato a poche ore dal conferimento del Premio:
PIERANGELO COLOMBO


Pierangelo Colombo
Due libri per ragazzi dati alle stampe - "Il lago delle fate" e "Hirpu, giovane cacciatore", una nuova antologia di racconti brevi - "Prospettive" - e tantissimi altri scritti.
Dal luglio 2015, data della nostra prima intervista, la fantasia di Pierangelo Colombo non accenna a fermarsi e lo scrittore residente a Cassina de' Bracchi continua a trasformare in parole, racconti e libri tutte le sue idee.
"Attualmente sto componendo una nuova raccolta di racconti brevi. Non ho ancora scelto il titolo definitivo. Vedremo nei prossimi mesi", ci racconta oggi, a poche ore dalla consegna ufficiale del Premio San Giorgio alle Arti e alla Cultura presso l'Auditorium di Casatenovo.
Colombo è uno dei due vincitori dell'edizione 2018, dopo tantissimi riconoscimenti nazionali che hanno premiato i suoi racconti e una storia semplice e straordinaria allo stesso tempo.
Colombo, classe 1970, è un artigiano con la passione per le parole e per la scrittura. "Di professione sono un artigiano. Dopo la terza media ho cercato subito un lavoro poiché sognavo l'indipendenza economica. Pur avendo interrotto gli studi, ho continuato a leggere. Amavo e amo tutt'ora i libri, di ogni tipo. Hemingway, Stern, Hesse, Saramago, Calvino, Pavese, Erri de Luca, fino ai classici greci. A farmi innamorare della letteratura è stato, in particolare, Il buio oltre la siepe, di Harper Lee. Quando è nata mia figlia, nel 2001, ho iniziato subito a leggerle fiabe e storie. Poi, pian piano, ho messo via i libri di favole e ho iniziato ad inventarne io", ci aveva raccontato durante la nostra prima intervista.
E dal 2008 Colombo ha riempito pagine e pagine di racconti, dando vita a personaggi diversi, storie semplici e più intricate, tratte dalla vita quotidiana di ciascuno o ambientate in mondi e paesi lontani nel tempo e nello spazio, come il Medioevo o l'epoca romana.
"Amo scrivere soprattutto racconti brevi. Sono più immediati e diretti. La difficoltà è quella di condensare una storia in poche righe, per far arrivare dritto al cuore il mio messaggio. Ovviamente preferisco la prosa. Dico sempre che i poeti hanno le ali, io invece ho solo un paio di scarponi. Nelle mie storie amo far passare un messaggio costruttivo, prevalentemente connesso alle problematiche sociali. La mia intenzione è quella di trasmettere un messaggio sociale e dare voce a chi voce non ha".
Una produzione variegata, dedicata ai ragazzi o a tutto il pubblico, che gli è valsa tantissimi premi e riconoscimenti in tutta Italia. "I giudici più critici di certo sono mia moglie e mia figlia, che leggono volentieri le mie storie e cercano di darmi qualche consiglio. Partecipo anche a qualche concorso letterario per divertirmi, mettermi alla prova e ricevere un giudizio oggettivo e critico, che mi permetta di migliorare sua sullo stile che sui temi", ci aveva spiegato.

 Un'altra immagine dell'autore casatese

Dopo l'esordio con un primo piazzamento al premio "Il fuoco", sono più di cento i riconoscimenti custoditi oggi in bacheca, frutto di una passione grandissima per la letteratura, i racconti, la cultura, e sempre in grado di emozionare.
"Quelli che ricordo con più emozione? Sicuramente la vittoria alle due edizioni del premio Giotto colle Vespignano, di cui una nel 2017: è stata molto significativa perché siamo stati premiati proprio nella casa di Giotto, a Vespignano. Al Premio Zanella, a Vicenza, c'era in giuria anche la scrittrice Sara Rattaro. Il premio Avis Capannoli ha uno scopo benefico e mi ha emozionato molto riceverlo. Al concorso internazionale San Maurilio di Ferrara ho invece ricevuto una medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati. A Treviglio mi hanno consegnato un premio nell'ambito di una manifestazione organizzata da un'associazione che si occupa di combattere la violenza sulle donne. Dall'inizio del 2018, invece, ho deciso di prendermi un anno sabbatico dai concorsi e di concentrarmi su due nuovi progetti".

E i due progetti nascono ovviamente dalla passione per la letteratura. "Sto pensando ad un nuovo romanzo. Non l'ho ancora delineato ma mi piacerebbe che fosse ambientato nel nostro territorio. Intanto ho aperto un blog letterario. Vorrei che fosse una sorta di vetrina per i giovani autori o comunque per tutti coloro che faticano a trovare visibilità. Raccolgo interviste e commenti su temi classici e di attualità, sempre legati alla letteratura e alla cultura in generale".
E proprio alla cultura è dedicato il Premio San Giorgio. "Quando mi hanno comunicato che ero stato selezionato tra i vincitori del Premio mi sono molto emozionato. È davvero bello ricevere un riconoscimento dal proprio territorio. Non me lo aspettavo, mai avrei pensato di essere premiato ed è stata una grande sorpresa. In particolare sono contento perché si tratta di un premio dedicato alle Arti e alla Cultura, a 360 gradi e di arte e cultura abbiamo sempre bisogno".


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Casatenovo: allo scrittore Colombo e all'organista La Ciacera il Premio San Giorgio

  Sono Pierangelo Colombo e Alessandro La Ciacera i vincitori del Premio San Giorgio alle Arti e alla Cultura 2018.
  Giunto alla seconda edizione, il Premio nasce su iniziativa dell'Auditorium di Casatenovo con la collaborazione di assessorato alla cultura, Pro Loco e Casateonline con l'intento di "far conoscere, segnalare, ricordare e ringraziare i casatesi di ieri e di oggi che si sono particolarmente distinti nel panorama culturale in Italia e all'estero". E proprio nel panorama culturale della narrativa e della musica si sono distinti i due casatesi che riceveranno il premio il prossimo mese, lunedì 23 aprile 2018, giorno dedicato al patrono della parrocchia casatese.


L'Auditorium di Casatenovo, organizzatore del Premio San Giorgio

  Pierangelo Colombo, residente a Cascina Bracchi con la sua famiglia, è artigiano di professione ma scrittore per passione. Più di duecento i racconti brevi in archivio. Due le antologie pubblicate -"Dodici semi di senape" e "Prospettive" - e due anche i libri di narrativa per ragazzi dati alle stampe - "Il lago delle fate" e "Hirpu, il giovane cacciatore". Una produzione che gli è valsa tantissimi premi, e più di quaranta primi piazzamenti, nei più importanti concorsi nazionali: tra questi, anche il premio letterario nazionale Voci Verdi e una medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati ricevuta durante il concorso internazionale San Maurelio di Ferrara.
Pierangelo Colombo

  Alessandro La Ciacera, classe 1979 e originario di Casatenovo, è invece un musicista. Dopo aver iniziato a studiare pianoforte proprio presso la Civica Scuola di Musica casatese, si è diplomato con il massimo dei voti in Organo e Composizione Organistica presso il Conservatorio Verdi di Milano. A partire dai 14 anni, ha mosso i primi passi come organista a Rogoredo, nella Corale S.Gaetano, dove è rimasto per una decina d'anni. Vincitore di diversi concorsi organistici nazionali e internazionali, dal 2005 è Secondo Organista del Duomo di Milano, incarico che lo impegna quotidianamente nell'accompagnamento delle celebrazioni festive e feriali e nell'insegnamento presso la scuola dei Pueri Cantores; a ciò affianca la docenza di Organo presso la Scuola Diocesana di Musica e Liturgia di Como.

Alessandro La Ciacera

  Tra le tantissime segnalazione pervenute da parte di tutta la cittadinanza, la commissione composta ad hoc ha dunque deciso di premiare Colombo "per la sua passione per la scrittura di racconti che lo ha portato a raccogliere diversi riconoscimenti a livello nazionale" e La Ciacera "per la sua attività di organista che lo ha visto vincere diversi concorsi nazionali e internazionali", come si legge nel comunicato diffuso dall'Auditorium casatese in questi giorni.

  I due vincitori saranno premiati con la consegna di due sculture create ad hoc dall'artista Matteo Fossati il giorno 23 aprile 2018 alle ore 21.00, in Auditorium, in una serata preparata dai volontari dell'Auditorium e presentata da Emilio Sanvittore, con tante sorprese e un rinfresco preparato dagli studenti dell'Istituto Graziella Fumagalli.
Tutta la comunità è invitata a partecipare e a festeggiare insieme ai premiati.



Pierangelo Colombo
Nato nel 1970, barcollo per tutto l’arco scolastico fino a quando, graziato, incontro il libro di Harper Lee, Il buio oltre la siepe, che mi farà innamorare della lettura. Rivelazione che mi porterà a scoprire i classici del 900 come, Hemingway, Hesse, Saramago, Calvino, Pavese sino ai contemporanei. Nel 2008 decido, per gioco, d’intingere la penna scrivendo del mio. Esordisco vincendo il premio “Il Fuoco” con il racconto Insegnami a giocare con le bambole. Spronato dal gradimento riscontrato dalla giuria, proseguo nel comporre racconti brevi, accomunati dall’intenzione di trasmettere un messaggio sociale.
Nel corso dell’ultimo decennio ho raccolto diversi riconoscimenti a livello nazionale, vincendo due edizioni del premio Giotto colle Vespignano; il premio G. Zanella; Il  Trebbo; città di Capannoli;  Premio G. Olivieri; Tre Ville; Voci verdi; L’orso in collina; Nino e Tomlin Bertalmia; Memorial Vallavanti Rondoni; G.Zanella; Teatro Aurelio; S. Maurelio, con la medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati.
 Nel 2014 ho pubblicato una raccolta di racconti dal titolo: Dodici semi di senape; premio della giuria nel concorso ‘Città di Parole’.
  Nel 2015, Il lago delle fate; terzo classificato come narrativa inedita per ragazzi nel Premio ‘Città di Montefiorino’.
 Nel 2017, Hirpu, il giovane cacciatore; terzo classificato nella narrativa inedita nel Premio ‘Città di Pontremoli’.
Da poco ho pubblicato una raccolta di racconti intitolata: Prospettive; secondo classificato nella IV edizione del premio ‘Caffè delle Arti’.

Alessandro La Ciacera (1979) ha intrapreso gli studi musicali presso la Civica Scuola di Musica di Casatenovo; si è poi diplomato col massimo dei voti in Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio di Milano, sotto la guida di Luigi Benedetti, perfezionandosi in seguito con Arturo Sacchetti, Alessio Corti, Patrick Delabre (interpretazione) e Sophie-Véronique Cauchefer-Choplin (improvvisazione).
Vincitore di diversi concorsi organistici nazionali (Roma, 2001; Viterbo, 2002; Vanzaghello, 2002), nel settembre 2009 si è aggiudicato il «Troisième Prix d’Interpretation» all'International Organ Competition «Organ without borders» di Luxembourg e il primo Premio al Concorso internazionale di Interpretazione organistica «Città di Ovada».
Dal 2005 è Secondo Organista del Duomo di Milano, incarico che lo impegna quotidianamente nell’accompagnamento delle celebrazioni festive e feriali, nell’insegnamento presso la scuola dei Pueri Cantores della Cattedrale e come responsabile dell’animazione assembleare; a ciò affianca la docenza di Organo presso la Scuola diocesana di Musica e Liturgia di Como.
Nel 2005 è stato chiamato a collaborare con Karlheinz Stockhausen alla stesura finale del brano «Himmelfahrt», unico brano per organo del noto compositore tedesco, eseguendolo in prima assoluta mondiale nel Duomo di Milano e riscuotendo unanimi consensi della critica italiana e straniera.
Svolge attività concertistica in Italia e all’estero in numerosi Festival e prestigiose sedi (Milano, Ravenna, Roma, Chartres, Blois, Parigi, Tokyo etc.); nel 2016 ha intrapreso una collaborazione con il trombettista Markus Stockhausen con cui ha già realizzato un concerto di improvvisazione nel Duomo di Milano. Il suo repertorio spazia egualmente dal barocco al novecento e ha realizzato incisioni per «Bottega Discantica» e di prossima realizzazione incisioni per l’etichetta svizzera “VDE-Gallo” su alcuni strumenti storici francesi.
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Casatenovo: il ''narrastorie con gli scarponi'' Pierangelo Colombo racconta la sua passione

August 2, 2015
44 anni, sposato con una figlia, residente a Cassina de’ Braccchi di Casatenovo. Pierangelo Colombo di professione fa l’artigiano ma nasconde una passione grandissima: quella per la scrittura. “Sono solo un narrastorie…con gli scarponi”, scherza, ridendo.


Pierangelo Colombo
Ma la sua gioia e il talento gli hanno valso tanti premi in rinomati concorsi letterari e un archivio con circa duecento scritti. “Amo scrivere soprattutto racconti brevi. Sono più immediati e diretti. La difficoltà è quella di condensare una storia in poche righe, per far arrivare dritto al cuore il mio messaggio. Ovviamente preferisco la prosa. Dico sempre che i poeti hanno le ali, io invece ho solo un paio di scarponi”, scherza ancora.


Alcuni dei riconoscimenti ricevuti (immagini tratte da Facebook)
Brevi storie - qualche pagina - alcune pubblicate, tante raccolte sulla sua pagina Facebook e tutte apprezzate dalle più varie giurie dei concorsi a cui Colombo ama partecipare. Anche se, come precisa, i due giudici più critici restano la moglie e la figlia. “Leggono volentieri le mie storie e cercano di darmi qualche consiglio. Sono loro le mie prime ‘cavie’”. Dal salotto di casa ai palchi dei concorsi più importanti, i premi guadagnati sono tantissimi. L’ultimo, in ordine di tempo, è un primo posto conseguito a Bassano del Grappa, al premio letterario nazionale Voci Verdi, con il racconto “La lettera”. Poi, un terzo posto al concorso San Marcello Pistoiese e la medaglia d’argento al concorso letterario internazionale bilingue “Tracce per la meta”. Solo per citare i successi conseguiti nel mese di giugno. Dalla prima vittoria, a Roma nel 2007, i primi piazzamenti sono ora più di quaranta, tra cui una medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati ricevuta durante il concorso internazionale San Maurelio di Ferrara.


Alcuni dei riconoscimenti ricevuti (immagini tratte da Facebook)
Sono tante le soddisfazioni che Pierangelo ha messo in bacheca, vivendo la partecipazione ad ogni concorso con tanta voglia di divertirsi, di mettersi in gioco e di “ricevere un giudizio oggettivo e critico, che mi permetta di migliorare, sia sullo stile che sui temi”. Dalla solitudine degli anziani all’integrazione razziale, passando per i grandi conflitti bellici mondiali, senza dimenticare un po’ di storia, tra Medioevo e popolazioni dell’epoca romana. I temi delle storie di Pierangelo sono tra i più vari. “Amo far passare un messaggio costruttivo, prevalentemente connesso alle problematiche sociali”, ci spiega. “La storia a cui sono più legato è quella di ‘Italo’. È un racconto che parla della solitudine di un anziano e nasce da un episodio vero. Io e mia moglie, tempo fa, sul lungomare, abbiamo incontrato un vecchio signore che ha iniziato a raccontarci la sua vita, densa di fatti straordinari”.


Alcuni dei riconoscimenti ricevuti (immagini tratte da Facebook)

L’autore casatese ama scrivere anche racconti diretti ai ragazzi e attualmente sta riempiendo le pagine di un romanzo che ha come tema l’adolescenza. Proprio dai ragazzi è nata la sua voglia di scrivere. Come tutte le storie di chi ha una passione grande, anche quella di Pierangelo è bella e semplice. “Dopo la terza media ho cercato subito un lavoro: sognavo l’indipendenza economica. Pur avendo interrotto gli studi, ho continuato a leggere. Amavo e amo tutt’ora i libri, di ogni tipo. Hemingway, Stern, Erri de Luca, fino ai classici greci. Quando è nata mia figlia, nel 2001, ho iniziato subito a leggerle fiabe e storie. Poi, pian piano, ho messo via i libri di favole e ho iniziato ad inventarne io”. Pierangelo ha iniziato a scrivere nel 2005 e da quel momento non si più fermato. Le sue storie nascono all’improvviso; d’altronde, come precisa scherzando “nella testa di uno scrittore c’è un gran casino”. Il silenzio del suo lavoro di artigiano e la quiete delle prime luci dell’alba - il suo momento preferito per scrivere - si riempiono del fragore di passi degli elefanti di Annibale, che passano vicino al Monviso sotto gli occhi stupiti di un ragazzo. Il romanzo “Irpu, il giovane cacciatore” è uno dei suoi tanti prossimi progetti. Dopo dieci anni e tantissime storie, Pierangelo vuole continuare ancora a lungo a dipingere con le parole e a fare musica con l’inchiostro, per raccontare, lasciare una traccia, passare un messaggio e divertirsi. Anche con gli scarponi indosso.


L.V. 

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Intervista Tratta dalla rubrica "Eventi e Mondanità" condotta da Paola Leone su TeleIride

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