di Pierangelo Colombo

lunedì 20 settembre 2021

Come un temporale estivo, i personaggi: Laura

Laura ha quindici anni e, come tutti gli adolescenti, vive racchiusa nel suo bozzolo di rabbia e senso di inadeguatezza. Vorrebbe essere alta, bionda, snella, con gambe affusolate, occhi chiari e capelli lisci. L’esatto contrario di quella che è. Odia ogni singola cellula del suo corpo, e riversa la propria frustrazione sulla genitrice: insomma, incolpa lo scultore per l’opera scadente. E le sue accuse si rinnovano a ogni strappo di ceretta, a ogni piatto di rigatoni sconditi per contenere una dilatazione del bacino pari soltanto all’espansione dell’universo. Colpevolizza la madre ogni qualvolta che, specchiandosi, scorge il riflesso di uno sgorbio che si abbina alla bellezza quanto la mostarda al gelato. 




I suoi genitori sono il simulacro di tutto quello che vorrebbe dimenticare. La loro spocchia e i loro discorsi petulanti che condiscono le scipite pietanze dei pranzi o il passato di verdura delle cene la infastidiscono al punto da provare rabbia. Qualunque cosa faccia, per loro, è sbagliata a prescindere. La trattano sempre come una bambina, e forse lo è, ma vorrebbe sbagliare di testa sua, accettare gli errori e magari riprovare. Ma loro no, loro sono infallibili e, come tali, non possono annoverare nella propria progenie un essere imperfetto. Non sopporta sentirli malignare, specie nei riguardi dei sui amici. Conosce il loro modus operandi: iniziano con qualche domanda per inquadrare il soggetto e poi, inoltrandosi nell’oceano del pregiudizio, scivolano velocemente nella più subdola maldicenza. Nessuno può sottrarsi alle loro opinioni implacabili: ci sono loro, il top di gamma della specie umana, l’homo sapiens-sapiens deluxe, e poi il resto del mondo, i dozzinali, insulsi plebei decerebrati. Laura è alla ricerca di sé stessa, di una personalità ancora da formare e di ciò che vorrebbe diventare.

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