di Pierangelo Colombo

venerdì 16 dicembre 2022

Recensione de: Un uso qualunque di te

 Una famiglia borghese apparentemente serena è quella formata da Viola, Carlo e dalla diciassettenne Luce: grandi occhi spalancati verso il futuro. Distratta madre e moglie, Viola coltiva mille dubbi sul suo presente e troppi rimpianti camuffati da consuetudini. Carlo, invece, è un marito presente e innamorato e la solidità del legame famigliare sembra dipendere soprattutto da lui. È quasi l'alba di una notte di fine primavera quando Viola riceve un messaggio da suo marito che le dice di correre in ospedale. Stava dormendo fuori casa e si deve rivestire in fretta, non c'è tempo per fare congetture, il cellulare ora è scarico e nel messaggio non si dice a quale ospedale debba andare né cosa sia successo. Una corsa disperata contro il tempo, i sensi di colpa e le inquietudini che da anni le vivono dentro. Fino al drammatico faccia a faccia con il chirurgo le cui parole porteranno a galla un segreto seppellito per anni e daranno una sterzata definitiva al corso della sua esistenza.



Il romanzo è un intreccio che oscilla fra il presente e un passato che ancora fa sentire la propria influenza.  Viola, la protagonista, è titolare di una galleria d’arte che conduce in società con Angela, amica fin dai tempi delle scuole elementari. Viola è una donna la cui vita score dietro una sequele di menzogne, ma che si racconta senza filtri, senza nascondere pregi e difetti, confessando egoismo, cattiveria gratuita e tradimenti.  Un personaggio che in un primo approccio può risultare quasi odioso, superficiale e inaffidabile, ma addentrandosi nella narrazione, scoprendo pagina dopo pagina il vissuto, ci si accorge che il suo carattere è il frutto della sofferenza patita per un uomo. Un’esperienza da cui ne esce cambiata tanto da arrivare a dire: "...quando una persona ti attraversa l'anima, una parte di te si sbriciola; peccato sia la parte su cui hai sempre contato".

Accanto a lei Carlo, un uomo che, se non l’amore della vita, è sicuramente il miglior padre che potesse desiderare per Luce, la figlia che le somiglia più di quanto credesse. Un uomo in apparenza ingenuo e dall’amore incondizionato, ma che, imparando a conoscerlo, mostrerà un aspetto inaspettato.

Una storia narrata con lo stile tipico della Rattaro, una penna scorrevole ed essenziale, capace di avvolgere il lettore con delle emozioni che non si potranno scordare.  Una intensità di sentimenti che traspaiono sia dalle descrizioni degli eventi che nella caratterizzazione dei personaggi, talmente vividi da sembrare così reali da indurre il lettore a scegliere fra l’amore e l’odio.

Un romanzo decisamente commovente e intenso.



 

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