di Pierangelo Colombo

martedì 31 gennaio 2023

Recensione: Per ogni parola perduta.

 A distanza di quattro anni dall’ultimo romanzo “Il rumore del mondo”, Benedetta Cibrario torna in libreria con un nuovo lavoro, “Per ogni parola perduta”. 



 Benedetta Cibrario con la sua penna elegante analizza l’assenza. Prodotta da madri o padri assenti o la perdita di un compagno, il vuoto prodotto è declinato in ogni suo forma. Il cuore del racconto, infatti, è lo strappo generato dal lutto. Un romanzo in cui si intrecciano passato e presente, destini, vicende e storie dimenticate. Una concatenazione di vite che si innescano in maniera inesorabile e con esiti inaspettati.

 I personaggi principali della storia sono Sofia e Pauline, italiana una e francese l’altra. Due caratteri decisamente dissimili, ma entrambe segnate da una assenza. Anzitutto quella di Sofia, colpita dal lutto dell’improvvisa scomparsa del marito, che le toglie la voglia di vivere. Sarà Edmond che, ingaggiandola per il restauro di una vecchia mongolfiera, innescherà un viaggio che porterà Sofia a incontrare Pauline. Nel romanzo compare spesso la voce del defunto marito di Sofia, una voce fuori campo che invita a riflettere sulla vita. Pauline, invece, è proprietaria di una libreria antiquaria, ha perso il padre, mentre non vede la madre da decenni. Sarà la mongolfiera a mettere in contatto le due donne. Una storia nella storia, quella di Xavier de Maistre che, nel 1784, si è levato in volo sopra la Savoia.

 Per ogni parola perduta è un inno sulla seconda possibilità che la vita offre e la resilienza. La mongolfiera è una metafora, a bordo di essa, infatti, le protagoniste iniziano un viaggio che le traghetterà oltre il dolore. 

 Una scrittura sapiente e fluida che supporta una trama ben congeniata e ricca di particolari, ben visibile la ricerca che vi è dietro.  Si alternano parti narrative con sequenze dialogiche e discorsi indiretti. Ben costruita la struttura del romanzo fra flashback e ricostruzioni biografiche. I personaggi sono ben delineati, molto diversi fra loro, ma che si completano e che si uniscono nell’intima ricerca del raggiungimento dei propri obbiettivi. 

 Un romanzo che emoziona e fornisce spunti di riflessione.

Benedetta Cibrario

TRAMA

 Oxford. La giovane Sofia si è confinata in casa dopo la perdita del marito Nicola Obreskov, storico accademico, sul punto di concludere uno studio sui russi immigrati in Italia fra la fine dell’Ottocento e il primo ventennio del Novecento. L’intensità della storia d’amore spezzata disorienta Sofia, che sceglie l’isolamento. L’amico Edmund ha i suoi metodi – e le sue ragioni – per forzarla a riprendere il lavoro di restauratrice di tessuti: è appena riuscito ad aggiudicarsi all’asta una mongolfiera levatasi in volo a Chambéry nel 1784 e bisognosa di un restauro. Alla generosa invadenza di Edmund risponde la gugliata magica e riparatrice di Sofia, che accetta anche di svolgere una ricerca storica su quel volo e sul giovanissimo Xavier de Maistre – futuro autore del Viaggio intorno alla mia camera – salito sulla navicella insieme all’amico Louis Brun.

 A Chambéry, stringe una singolare intesa con Pauline, erede appassionata di una celebre libreria antiquaria. Si incrociano destini, e complice Edmund, maestro di cerimonie, Sofia guida la sua mongolfiera restaurata nei cieli della Storia perché il passato sia invitato a resistere dentro i confini incerti del presente. Alla giovane ostinazione di Pauline fanno eco la Russia misteriosa di Nicola e il fantasma di de Maistre.

 Benedetta Cibrario sente una volta di più il “rumore del mondo” e lo semina, con maestria, dentro il vortice in cui si affollano le parole perdute della memoria. Quattro anime generose si avventurano per noi attraverso gli specchi del dolore e dell’accadere, alla ricerca del filo con cui ricucire gli strappi del destino, e fanno levare nel cielo della Storia un’antica mongolfiera perché dall’alto siano finalmente comprensibili la meraviglia e l’insensatezza del vivere.


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