di Pierangelo Colombo

lunedì 30 luglio 2018

Premio Bancarella 2018


Il 22 luglio, in Piazza della Repubblica, è andata in scena la premiazione del Bancarella 2018. Al termine della votazione a prevalere è stata l’autrice basca Dolores Redondo. Un predominio preanunciato al termine della “votazione silente”, la novità introdotta da quest’anno. A intrattenere il pubblico durante lo spoglio delle prime 100 schede delle 166 pervenute, Catena Fiorello e Monica Leoncini che intervistavano gli autori, il Presidente del Premio 2018, Matteo Strukul, ed al cantante Amedeo Minghi, mentre il Comitato del Premio spogliava le schede, sotto la supervisione del Notaio Dottoressa Sara Rivieri, dando poi lettura del risultato parziale dello scrutinio, da parte del Segretario del Premio, Ignazio Landi, evidenziando il già cospicuo distacco di “Tutto questo ti darò” rispetto agli inseguitori. Ottantasei preferenze per la Redondo, cinquantuno per il primo inseguitore, “I fantasmi dell’impero”. La classifica finale, non cambierà più, con la Vincitrice a ben 142 preferenze, il “trio di Sellerio” Dodaro, Panella e Consentino a 80, “L’assassinio di Florence Nightingale Shore” di Jessica Fellowes a 75, Guido Marangoni a 73, con “Anna che sorride alla pioggia”, 70 voti per Paolo Rumiz e “La regina del silenzio” ed infine “Nostalgia del sangue” di Dario Correnti (pseudonimo) a 52.

Soddisfazione per la Fondazione Città del Libro, e le Associazioni dei Librai Pontremolesi e delle Bancarelle, enti organizzatori della manifestazione, col supporto del Comune di Pontremoli.
“I librai indipendenti sono l’anima di questo premio letterario. Ogni giorno combattono con difficoltà a volte quasi insormontabili. La crisi culturale oltre che economica, continua a mietere vittime e i librai, quelli con la “L” maiuscola, si prodigano per consigliare un buon testo che trasporti il lettore in una dimensione onirica, che lo porti fuori dal lavoro, dalle tensioni, dalle vicissitudini quotidiane per catapultarlo dentro un racconto, una storia, una favola. La Fondazione Città del Libro mantiene viva questa meravigliosa tradizione ed insieme alle due Associazioni attualmente presiedute da Angelo Panassi e Roberto Lazzarelli, da sessantasei anni, propone ottimi autori ed ottimi libri, ai nostri lettori. Anche quest’anno crediamo di essere riusciti nel nostro intento.” Queste le considerazioni del Segretario del Premio, Ignazio Landi.
«Eppure, durante il conteggio dei voti, credevo che mi sarebbe venuto un infarto — scherza l’autrice—. È il primo premio che ricevo in Italia e per me è stato un nuovo battesimo, il battesimo del mio romanzo. Una cerimonia che non potrò mai dimenticare». «Ho avuto successo come scrittrice in Spagna negli anni peggiori della crisi, quando tantissime librerie erano costrette a chiudere — ricorda Dolores Redondo—. Ora qualcosa sta cambiando, c’è un nuovo concetto di libreria; e sono soprattutto i giovani ad aprire negozi di libri dove si può entrare a prendere un caffè o dove c’è uno spazio per i bambini. Tutto evolve».


Dolores Redondo (San Sebastián, 1969) ha studiato Legge e ha lavorato nel mondo del business. Ha cominciato a scrivere a 14 anni, ma c’è voluto tempo prima di trovare il successo fra il grande pubblico diventando scrittrice a tempo pieno. Dopo avere scritto racconti e narrativa per l’infanzia, pubblica il suo primo romanzo nel 2009, ma è con la Trilogia Baztán che ha raggiunge il successo vendendo in Spagna un milione e 300 mila copie.
Nel 2016 si aggiudica il Premio Planet.



Quando una coppia di agenti in divisa bussa alla sua porta, Manuel, scrittore di successo impegnato nella stesura del prossimo bestseller, intuisce all’istante che qualcosa di grave deve essere accaduto ad Álvaro, l’uomo che ama e al quale è sposato da anni. E infatti il corpo senza vita del marito è stato ritrovato al volante della sua auto, inspiegabilmente uscita di strada tra le vigne e i paesaggi scoscesi della Galizia, a chilometri di distanza dal luogo in cui Álvaro avrebbe dovuto trovarsi al momento dell’incidente. Sconvolto, Manuel parte per identificare la salma ma, giunto a destinazione, si ritrova presto invischiato in un intrico di menzogne, segreti e omissioni che ruota attorno alla ricca e arrogante famiglia d’origine del marito. Con l’aiuto di Nogueira, poliziotto in pensione dal carattere ruvido, e di Padre Lucas, il prete locale amico d’infanzia di Álvaro, Manuel indaga sulle molte ombre nel passato dei Muñiz de Dávila e sulla vita segreta dell’uomo che si era illuso di conoscere quanto sé stesso.



 
 

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