di Pierangelo Colombo

martedì 13 marzo 2018

Ballata senza nome



Sono trascorsi cento anni dalla battaglia di Caporetto e Massimo Bubola, autore di capolavori come Cielo d’Irlanda e coautore degli album Rimini e L’indiano di de André, pubblica Ballata senza nome (Frassinelli).  Un libro interessante, caratterizzato dallo stile di scrittura dell'autore, diretto e carico di molteplici sentimenti, commovente e appassionante. Testo in cui si fondono le doti di musicista e una straordinaria sensibilità linguistica dando voce ai soldati caduti durante la grande guerra. Una produzione che rappresenta una vera e propria ‘antologia di Spoon River’ sulla prima guerra mondale. Attraverso le voci di questi soldati Bubola ci porta a rivivere i momenti cruciali dei protagonisti, riscoprendo un’Italia scomparsa.


Trama
È il 28 ottobre 1921. Siamo nella basilica di Aquileia. Gli occhi di tutti sono rivolti alle undici bare al centro della navata, e alla donna che le fronteggia: Maria Bergamas. Maria deve scegliere, tra gli undici feretri, quello che verrà tumulato a Roma, nel monumento al Milite Ignoto, simbolo di tutti i soldati italiani caduti durante la Grande Guerra. Maria passa davanti a ogni bara, e ognuna le racconta una storia. Sono vicende di giovani uomini, strappati alle loro famiglie, ai loro amori, ai loro lavori, finiti a morire in una guerra durissima e feroce: contadini e cittadini, borghesi e proletari, braccianti e maestri elementari, fornai, minatori, falegnami, muratori, veterinari e seminaristi che parlano in latino con il nemico ferito sul campo di battaglia. Attraverso le voci di questi soldati senza nome non solo riviviamo i momenti cruciali della Grande Guerra, non solo ci caliamo, in una vera trance empatica, nelle vite dei protagonisti, ma riscopriamo un'Italia che oggi si può dire definitivamente scomparsa. Massimo Bubola, in questa «ballata», fonde le sue eccezionali doti di musicista con una sensibilità linguistica davvero rara: fa rinascere parole dimenticate, le armonizza e le «mette in musica», e dà alla luce un'opera destinata a rimanere nel tempo, sia per il suo valore storico e culturale, sia per la sua qualità lirico-letteraria. A cento anni dalla battaglia di Caporetto, uno dei più importanti scrittori di canzoni italiani dà voce ai soldati caduti nella Grande Guerra. Un'opera di ampio respiro letterario, storico e culturale, che racconta un momento cruciale della nostra storia, e nello stesso tempo, grazie alla prosa musicale e raffinata di Bubola, ci restituisce le voci, i sentimenti e le passioni di un'Italia oggi scomparsa.

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