di Pierangelo Colombo

mercoledì 1 febbraio 2023

L'editoria nel 2022, qualche dato dal rapporto dell'ufficio studi AIE

 I dati dicono che l’editoria del post pandemia non solo ha retto l’onda d’urto, ma ha segnato lo scorso anno una forte crescita in tutti i settori, con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%). Quella dei libri si conferma quindi prima industria culturale del Paese; quarta industria editoriale europea dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia. I dati comprendono, oltre il mercato trade (libri a stampa di fiction e non fiction venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione), il comparto educativo, il professionale (libri, e-book, banche dati e servizi Internet) e l’export.


 I dati disponibili sull’anno in corso e riferiti al solo mercato trade (saggi e romanzi venduti nelle librerie fisiche e online e nella grande distribuzione) indicano una sostanziale tenuta delle vendite nei primi nove mesi del 2022: sono stati venduti libri per 1,022 miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021 ma comunque in crescita del 14,4% rispetto al 2019.
Le copie vendute sono state 70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del 16,0% sul 2019. La forbice rispetto al 2021 si sta riducendo nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i margini degli editori a causa dell’aumento dei costi di produzione e della carta in particolare.
Per questo c’è una particolare preoccupazione per l’ultimo trimestre dell’anno e per il periodo natalizio, sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata.
Il mercato trade nel 2021 valeva 1,701 miliardi, in crescita del 16% rispetto l’anno precedente. Il comparto educativo (solo libri scolastici di adozione) 780,1 milioni di euro, in crescita del 5,1%. Banche e dati e servizi Internet hanno segnato un giro d’affari pari a 335 milioni euro, in crescita del 6,1%.
Sul lato della produzione, il boom dell’e-commerce ha spinto gli editori a valorizzare ancora di più la propria offerta puntando soprattutto sul catalogo. I titoli in commercio, autopubblicati esclusi, sono stati nel 2021 1,331 milioni, in crescita del 5,3% rispetto l’anno precedente.

 Il nostro Paese, infine, investe ogni anno oltre un milione di euro in contributi per le traduzioni e negli ultimi vent’anni la forbice tra diritti comprati e venduti all’estero si è ridotta: nel 2020, ultimi dati disponibili, sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127 titoli.
Sul lato delle criticità storiche riferite agli indici di lettura dei libri e alle abitudini di consumo, gli italiani che dichiarano di aver acquistato libri di carta negli ultimi 12 mesi sono solo il 48% della popolazione 15-74 anni, il 51% se prendiamo in considerazione anche ebook e audiolibri.
Il 6% degli italiani dichiara di comprare più di 12 libri (a stampa e digitali) l’anno, il 9% da 7 a 11, il 12% da 4 a 6, il 24% da 1 a 3, il 49% nessuno. È un mercato molto concentrato, che cresce soprattutto perché i forti lettori e i forti acquirenti, anche se numericamente esigui, dichiarano di comprare più libri di prima (più 2,5 libri di media rispetto al 2020). Chi legge più di sette libri l’anno è il 32% dei lettori, ma genera il 59% delle vendite.

 Secondo i dati dell’Osservatorio AIE, si dichiarano lettori il 56% dei 15-74enni, in calo rispetto al 59% del 2020. Il dato nazionale nasconde forti disparità territoriali tra Nord e Sud, centro e periferia.
Se 2020 e 2021 sono stati, ciascuno a proprio modo, due anni eccezionali, qual è il lascito che consegnano al 2022? I dati dei primi sei mesi dell’anno – riferiti solo ai canali trade e all’editoria di varia per adulti e bambini – sembrano già indicarlo. Rispetto al sorprendente 2021, il 2022 manifesta sì una minore spesa in acquisto di libri (-4%), ma si colloca comunque ben sopra ai livelli del 2019, con 86 milioni di euro e 6 milioni di copie in più.

 Nel primo semestre del 2022 la libreria torna poi a essere, con una quota del 53%, il principale canale d’acquisto. Gli store online, dal 47% dei primi sei mesi del 2021, si ridimensionano al 43%. Rispetto al 2019, però, le librerie fisiche hanno perso cinque punti percentuali mentre quelle online ne hanno guadagnati otto.






Nessun commento:

Posta un commento