di Pierangelo Colombo

martedì 14 febbraio 2023

Recensione: Mia madre è un fiume

 Trama

Una donna, ormai anziana, mostra i primi segni di una malattia che le porta via la memoria e addirittura sé stessa. La sua mente sta piano piano diventando una lunga notte senza luna e soltanto la figlia può aiutarla ad attenuare quel buio, ricostruendo la sua storia, ma anche la loro, gravata da un rapporto «andato storto, da subito». Giorno dopo giorno il dipanarsi quotidiano di piccoli e grandi avvenimenti fa riaffiorare ricordi dolcissimi e crudeli, pieni di vita e di verità, a partire dalla nascita della mamma Esperia e delle sue cinque sorelle, nate da un reduce tornato comunista dalla Grande Guerra e da una contadina dritta ed elegante, malgrado le asperità di un'esistenza di privazioni e sacrifici. In un Abruzzo luminoso e aspro, che si staglia come una terra mitologica e lontana, le fatiche della campagna, l'allegria dei matrimoni, la ruvidezza degli affetti, l'emancipazione dall'analfabetismo e la fine della sottomissione femminile si intrecciano al racconto di una lenta metamorfosi dei sentimenti, in un indissolubile legame madre-figlia che oscilla tra amore e odio, nostalgia e rifiuto. Un libro in cui le vicende personali si uniscono alla storia corale di un'Italia apparentemente così lontana; eppure, ancora presente nella storia di ognuno di noi.

 


La storia è ambientata in Abruzzo, terra natale dell'autrice. Mia madre è un fiume è stato il romanzo d'esordio di Donatella Di Pietrantonio (Elliot, 2010) trovando, nel 2022, una nuova edizione con Einaudi edizioni.

L’autrice, con una scrittura semplice, fine e molto poetica, riesce a dar vita a una trama è molto intensa e va a toccare temi difficili, riuscendo però a parlarne con dolcezza e senza alcuna superficialità.
Esperia, a causa dell'atrofia cerebrale, inizia ad accusare vuoti di memoria con conseguente perdita dei ricordi, delle conoscenze acquisite e addirittura di sé stessa, non più memore nemmeno di chi era e di qual era prima la sua vita.

L'evolversi della malattia, tuttavia, la riavvicina alla figlia, con cui ha sempre avuto un rapporto conflittuale. Esperia, infatti, è una donna che, nel periodo più delicato per la crescita della figlia, trascorreva le sue giornate giostrandosi fra il lavoro e dai gravosi impegni quotidiani, senza trovare tempo da dedicare alla figlia; Un rapporto di amore-odio il loro, la figlia si vede, a causa della malattia, improvvisamente costretta a starle vicino molto più di quanto abbia mai fatto prima. Periodo in cui, ravvivando i ricordi della loro vita comune, necessari ad Esperia per tenere acceso uno spiraglio di memoria, si rivelano importanti anche per la figlia, imparando finalmente a capirla e, soprattutto, accettarla.
Una narrazione delicata, quella di Donatella Pietrantoni, struggente affresco della vita contadina del primo dopoguerra, ricco di poesia.

 

Biografia



Donatella Di Pietrantonio è nata a Arsita in provincia di Teramo nel 1963. È Residente a Penne, in Abruzzo, si è poi trasferita all’Aquila nel 1986 dove si è laureata in Odontoiatria per esercitare la professione di dentista pediatrico. Ha esordito con il romanzo "Mia madre è un fiume" (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha divulgato L'Arminuta (2017), vincitore del Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.

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