di Pierangelo Colombo

mercoledì 15 febbraio 2023

Incontro con l'autore: Massimo Bubola

 È motivo di orgoglio, oggi, presentare Massimo Bubola, un autore per cui nutro una profonda ammirazione che, gentilmente, si è reso disponibile per rispondere a qualche domanda relativa al suo ultimo libro Sognai talmente forte, edito da Mondadori. Leggi la recensione

MASSIMO BUBOLA, nome di culto e figura centrale della musica d'autore italiana, poeta, musicista, scrittore. Ha al suo attivo venti album i cui testi mostrano una poetica che attinge dalla tradizione della musica popolare e dalla poesia contemporanea. Importante la sua collaborazione con Fabrizio De André, con cui scrive e compone due storici album come Rimini L'Indiano, brani come Fiume Sand Creek, Rimini, Sally, Andrea, Volta la carta, Franziska, Canto del servo pastore, Hotel Supramonte, oltre a Don Raffaè.

Massimo Bubola (foto di Claudio Sforza)

Nel 2006 ha pubblicato una raccolta di poesie dal titolo Neve sugli aranci, e nel 2009 il suo primo romanzo, Rapsodia delle terre basse (Gallucci). Negli ultimi anni si è dedicato alla riscoperta del patrimonio artistico, musicale e storico legato alle vicende della Prima guerra mondiale in Italia. Da questo lavoro hanno avuto origine due album: Nel 2005 Quel lungo treno e nel 2014 Il Testamento del Capitano, seguito dall'album antologico Da Caporetto al Piave e dal libro Ballata senza nome (Frassinelli 2017), l’ultima sua produzione è il libro Sognai talmente forte (Mondadori 2022).

Ed è proprio riguardo al suo ultimo libro Sognai talmente forte, ho posto qualche domanda a Massimo.



Sognai talmente forte, non è libro che parla delle sue canzoni, ma un libro fatto di sue canzoni. Queste, infatti, vanno magistralmente a comporre la trama della vicenda, facendosene parte integrante e portante. Una narrazione che, personalmente, non avevo mai letto prima. Come è nata l'idea?

Credo che unire insieme tanti percorsi, usando una metafora alpinistica, sia un modo per aprire nuove “vie” letterarie per quelli che verranno. Mettere dei chiodi e dei tasselli su dei percorsi che potranno usare altri. Nel mio libro oltre a personaggi reali ci sono anche i personaggi di tante mie canzoni che nel frattempo sono diventati più che adulti. I genitori un tempo tendevano a non idolatrare i figli, anzi un po’ a sottovalutarli, quindi rivedere come Teresa la protagonista della canzone Rimini che scrissi a 23 anni, e rincontrarla adulta dopo quarantacinque anni e scoprire com’era diventata bella e profonda e come avesse metabolizzato la sua vicenda e il suo dolore, mi ha commosso profondamente così come quel ricordo irlandese della madre di Gilroy, il nipote di Callimaco il protagonista, che canta una ninnananna gaelica accompagnata da un ragazzo che suona la fisarmonica sotto la pioggia...

Usando una percentuale personale, ed evitando gli avverbi, l’80% dei libri che vedo nelle vetrine delle librerie sono molto simili per trama per percorsi indicati e copertine. Sono libri gialli, libri sentimentali, libri di evidenziazione e stigmatizzazione dei comportamenti sociali e collettivi. Libri per ingannare il tempo, ma il tempo non si inganna, come nessun altro e ingannare non è un bel messaggio. Libri dell’istante, che seguono il momento politico, dinastico, social, scandalistico, macabro, collettivo. Libri costruiti non per durare o essere riletti, ma per sfruttare l’attimo e sfruttare non è neanch’esso un bel verbo. Riprendendo la metafora dell’alpinismo quando eravamo giovani e piuttosto poveri sceglievano un paio di scarponi che ci dovessero durare a lungo e così era coi libri: sceglievano dei libri che potessero durare e accompagnare per tutta la vita e che potessimo rileggere nel tempo e quindi le scelte erano molto più oculate e attente e affatto di consumo. Certamente non compravamo libri per ingannare il tempo, ma per essere sinceri con il Tempo che è la cosa più preziosa che abbiamo e non puoi mai esserne rimborsato.

 

Sognai talmente forte, è una frase tratta dal brano Fiume Sand Creek, uno dei tanti inclusi nella narrazione. Fra le tante possibilità, perché proprio su questa è caduta la scelta di farne il titolo?

La frase è fortemente evocativa e illustra il percorso del romanzo. Il verso è ricavato da un suggerimento che mi dava mio nonno, quando da bambino mi capitava di dormire con lui in un periodo in cui soffrivo e di epistassi notturne. Mio nono mi diceva il mattino sorridendo tra sé e guardando il cuscino sporco di sangue che mi era uscito dal naso, che il motivo di quel sangue era perché sognavo troppo forte! Il titolo del romanzo è stato anche una scelta surrealista, all’insegna delle rêverie e dei percorsi onirici del libro e della mia vita rotante all’indietro come titola il decimo capitolo, perché quella poetica mi ha influenzato e colorato l’adolescenza con poeti come Breton, Éluard, Apollinaire e poi gli studi universitari su Buñuel e il cinema surrealista.


Callimaco, il protagonista, sul letto di morte racconta gli avvenimenti della sua vita ed è qui che entrano in scena le canzoni. L’uomo ha vissuto le vicende narrate dai brani musicali. Possiamo quindi dire che le canzoni possono avere un impatto così importante da entrare a far parte del vissuto di una persona?

In realtà si mischiano sia persone viventi che personaggi di canzoni personificate. Tutto il libro è una miscela di cose reali e immaginarie che sono poi la materia di cui si nutrono i sogni.

Le canzoni sono come i figli che crescono lontani. Nel mio caso sono figli che hanno ormai più di quarant’anni, come Teresa della canzone “Rimini” e ritrovandoli, ti rendi conto di averli sottovalutati, perché hanno sviluppato una personalità e una visione che vanno al di là delle tue aspettative e ti spiegano meglio la specificità del tuo percorso e della tua creazione.

 

Questa opera va a infrangere le etichette tipiche di questa nostra era: lo stereotipo del poeta che non va confuso con l’autore di testi musicali, lo scindere la prosa dalla musica, la diatriba fra poesie e canzoni. Possiamo quindi dire che le arti non hanno dei confini così assoluti?

Le arti non hanno nessun confine. Quelli che costruiscono confini, sono persone insicure e impaurite, che hanno poca conoscenza della storia dell’arte e della letteratura. Omero che è il padre della cultura letteraria occidentale oltre che scrivere versi ed essere stato un immenso poeta narratore, era anche un musicista e cantore, perché girava, per mantenersi, le corti greche a cantare i suoi poemi, accompagnandosi con una cetra. Così come i poeti di Lesbo, Alceo e saffo che inventarono la poesia monodica e si accompagnavano con una chitarra di allora. Così è stato per altri duemila anni, in cui poeti, i pittori, musicisti, filosofi suonavano e cantavano, perché nella Gracia classica era doveroso saper suonare. Dante scriveva canzoni con Casella, che ritrova nel secondo canto del Purgatorio e ancora lo commuove cantando un suo testo “Amor che ne la mente mi ragiona" preso dal Convivio. Il poeta Poliziano cantava, scriveva canzoni e suonava, come Shakespeare e Metastasio. Lorenzo Da Ponte scriveva testi per Mozart nella Vienna di fine ‘700 e suonava e cantava così potremo proseguire con Lorca. Nei caffè e nelle strade di Parigi si cantavano le canzoni dei poeti: Le Dormeur du Val di Arthur Rimbaud Les saltimbanques di Guillaume Apollinaire e le Foglie morte di Prevert. Sono solo i poeti italiani ad avere problemi con la musica.

Per finire una domanda a Bubola esecutore, oltre che autore e compositore. Per noi fortunati fruitori di musica è semplice associare un brano a un ricordo del vissuto. Per un autore, e interprete di un proprio testo, credo sia più complicato, oltre che la parte di sé implicata nel testo si sommano anche emozioni accumulata nel tempo, durante i concerti per esempio. È così?

 Per noi è la stessa cosa. Ogni canzone ha la capacità di riportare la memoria esatta di quando l’hai scritta e concepita. Infatti le canzoni segnano gli anni, i momenti più    significativi della nostra esistenza più di qualsiasi altra forma d’arte. Quindi la miscela di musica e poesia, a prescindere spesso dalla sua qualità, ha la capacità di ridonarti i momenti, gli stati d’animo, i profumi, la luce e i sentimenti che pensavi di aver dimenticato.

 

 

Complimentandomi per il suo libro, ringrazio nuovamente Massimo per la gentilezza nel concedermi il suo tempo per questa bella conversazione.

 

                                                                                 Pierangelo C.

 

 

Biografia (tratta dal sito ufficiale)

Massimo Bubola, cantautore di culto e tra i più significativi d’Italia, è una figura centrale nel panorama musicale del nostro paese. Massimo è presente sulla scena della canzone d’autore italiana dalla metà degli anni settanta ed ha portato avanti nella sua carriera una rigorosa e particolarissima mistura musicale improntata al folk e al rock, realizzando 21 album.

Massimo nell’intento di creare una vera e propria letteratura da canzone anche nel nostro paese, ha coinvolto nel suo percorso a soli vent’anni Fabrizio De Andrè, con cui ha realizzato testi e musiche di due storici e importanti album: Rimini e Fabrizio De Andrè ( l’Indiano),con brani, come Volta la Carta, Andrea, Rimini, Fiume Sand Creek, Hotel Supramonte, Franziska, che ormai fanno parte della storia della canzone italiana, oltre alle note ballate Una Storia Sbagliata su Pasolini e Don Raffaè. Proprio sul sodalizio col cantautore genovese ha scritto insieme al critico musicale Massimo Cotto “Doppio lungo addio” (Aliberti Editore, Reggio Emilia-2006).

Autore di molte canzoni portate al successo anche da varie interpreti, fra cui ricordiamo “Il cielo d’Irlanda”, resa popolare da Fiorella Mannoia. L’autore veronese, nei suoi ventuno album personali, fin qui pubblicati, continuerà a sviluppare un percorso personale, che lo porterà alla creazione inoltre di un’epica da ballata anche attraverso i sui ritratti in canzone di personaggi storici come Camicie Rosse ed Uruguay dedicate a Garibaldi, Tina alla fotografa Modotti, Dino Campana allo sfortunato poeta ed altri personaggi Dostoevskij, Annie Hannah su Anna Frank, Eurialo e Niso sui due soldati-martiri dell’Eneide, Fiume Sand Creek sull’epopea dei nativi americani, Una storia sbagliata sulla morte di Pier Paolo Paolini.

Apprezzato anche per le poesie e testi letterari (nel 1996 ha pubblicato “I sognatori del giorno” -Giunti Editore) e nel 2006 la raccolta di poesie intitolata “Neve sugli aranci”), Bubola ha sempre caratterizzato la propria produzione con versi di grande respiro letterario partecipando a reading accanto a Gregory Corso, Lou Reed, Fernanda Pivano, Eric Andersen ed altri.

Nel 2008 esce il libro biografico “Il Cavaliere Elettrico. Viaggio romantico nella musica di Massimo Bubola” (edito da Meridiano Zero) scritto da Matteo Strukul.

“Rapsodia delle terre basse” nel 2009 il suo primo romanzo, è pubblicato dall’editore romano Gallucci. Il romanzo è una lunga ballata fra la memoria e il sogno che cavalca tre generazioni venete, dai tempi arcaici delle campagne ottocentesche alla modernità post-industriale. Una lunga ballata folk – rock, scritta da un rapsodo cinquantenne con l’amplificatore della sua classicità e della sua eretica gratitudine.

Nell’ottobre 2017 pubblica il suo secondo romanzo “Ballata senza nome” (Frassinelli). Un’opera di grande respiro, storico e letterario, che racconta un momento cruciale della nostra storia: la scelta del milite ignoto nella basilica di Aquileia, il 28 ottobre del 1921, a tre anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale. È un romanzo in forma di epitaffi, che ricostruisce le vite di questi sconosciuti attraverso un dialogo tragico ed epico, tra questi soldati Maria Bergamàs, la donna nominata per scegliere colui che sarà inumato sull’altare della Patria.

Nel settembre 2022 pubblica il suo terzo romanzo “Sognai talmente forte” (Mondadori). «Quello che non si può più ricordare o rivivere, si può ancora cantare. Le canzoni non si dimenticano mai, e mai loro si dimenticano di te.» Un libro visionario e commosso che ripercorre la vita del vecchio Callimaco, giunto alla fine di un’esistenza vissuta nel canto e nella musica, trascorre il suo ultimo giorno circondato dalle tante persone che lo hanno amato, e con loro ripercorre i momenti cruciali della sua vita, tra ricordi, sogni e visioni. Racconta così di quando, bambino, era il piccolo “servo pastore”, amato e temuto dalla comunità, per il suo indomito spirito di eretica libertà; dialoga, in sogno, con la figlia Teresa dagli occhi secchi, che per amore dal mare di Rimini finisce a morire nell’Argentina delle torture e della dittatura; si diverte a ricordare e a dipingere la filastrocca di “Volta la carta”, e si commuove nel ricordo degli amici nativi americani che gli raccontarono la strage del “Fiume Sand Creek” …E poi ancora, Callimaco rievoca “Il cielo d’Irlanda”, “Se ti tagliassero a pezzetti” e tanti altri luoghi e immagini che – attraverso le canzoni – sono entrate nell’immaginario collettivo degli italiani.

Quella di Bubola è una grande operazione letteraria, destinata a lasciare un segno profondo nella storia della cultura contemporanea: le sue canzoni tornano qui in un’altra forma, quella della prosa d’arte, e rivivono, arricchite di nuove suggestioni, nuove sfaccettature, nuova luce.

-Anglista, ha tradotto l’opera omnia di Patti Smith “Patti Smith Complete”- Canzoni, riflessioni e diari- 2000-Sperling & Kupfer- Milano). Ha tradotto inoltre e adattato alla lingua italiana canzoni di Bob Dylan come Romance in Durango (B. Dylan/J. Levy) in Avventura a Durango, Willy De Ville Baby Love Me Like You Did Before, Willie Nile Vagabond Moon in Vieni alla Finestra (per l’album “Massimo Bubola / Fado – Cgd, 1982). Tom Petty Into the Great Wide Open in Nel Grande Spazio Aperto (per l’album “Canzoni con il naso lungo” di Cristiano De André / Wea, 1992), di Mike Scott dei Waterboys And a bang on the Ear in E una tirata d’orecchio (per l’album “Diavoli & farfalle” di Massimo Bubola /Cgd, 1999).

Hanno cantato le sue canzoni:

Fabrizio De André, Luciano Ligabue, Fiorella Mannoia, Lucio Dalla, Roberto Vecchioni, Milva, Mia Martini, Roberto Murolo, Massimo Ranieri, Cristiano De André, Loredana Bertè, Dori Ghezzi, Premiata Forneria Marconi, Mauro Pagani, Allan Taylor, Tosca, Siria, Tinkara Kovač, Shel Shapiro, Grazia di Michele, Gang.

 

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